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Viticultura toscana, le nuove sfide ambientali e climatiche

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La Toscana adesso deve rispondere con forza a nuove sfide ambientali aggregando tutta la filiera: costitutari, vivaisti, viticoltori, consorzi, trasformatori. Sostenibilità e riduzione dei prodotti chimici.

di Chiara Bini – Toscana Notizie

Dopo gli innegabili risultati ottenuti con gli ultimi progetti realizzati nella viticoltura, la Toscana adesso deve rispondere con forza a nuove sfide ambientali aggregando tutta la filiera: costitutari, vivaisti, viticoltori, consorzi, trasformatori. Questo lo spirito con cui è stato organizzato ieri in Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati l’incontro tecnico dal titolo “Quale miglioramento genetico della vite per fronteggiare le emergenze climatiche e fitosanitarie in Toscana“.

“Nel settore della viticoltura è un momento in cui abbiamo bisogno di guardare avanti – ha detto l’assessore all’Agricoltura Marco Remaschi – C’è la necessità di aprire una riflessione con la consapevolezza che dobbiamo fare scelte che facciano fronte alle nuove sfide globali dei mercati verso i quali siamo molto attenti. Lo facciamo coinvolgendo il mondo accademico, scientifico, CREA, ma soprattutto gli attori principali della filiera. Perché da una parte c’è la consapevolezza di essere Toscana, che equivale a dire sostenibilità e agricoltura più rispettosa dell’ambiente con tutte le tecniche agronomiche che siamo nelle condizioni di mettere in campo; dall’altra parte c’è la necessità di salvaguardare i vitigni autoctoni sui quali abbiamo costruito la nostra storia e la nostra economia vitivinicola.

Il tutto con i cambiamenti climatici, che ci impongono di riflettere sull’impiego di vitigni con ridotta sensibilità alle principali malattie e alle avversità ambientali, senza perdere di vista l’identità e le peculiarità della nostra straordinaria agrobiodiversità autoctona. Nell’ottica di una graduale riduzione di prodotti chimici, una Regione rispettosa dell’ambiente e da sempre all’avanguardia in questo ambito, procede in questa direzione ma vuole farlo insieme con tutti gli attori che hanno fatto della Toscana una grande regione nel campo della viticoltura”.

CREA e Università toscane, nell’ambito delle attività di sperimentazione, sono impegnati da tempo nella valutazione agronomica e sanitaria dei vitigni, così come sono attivi nella ricerca di produzioni a minore impatto ambientale. Sono quindi in possesso delle adeguate esperienze e professionalità per la gestione di proposte progettuali utili ai fini dell’eventuale individuazione di genotipi idonei alla coltivazione in Toscana, per il necessario rinnovamento del patrimonio viticolo regionale. In particolare, partendo dalla valutazione in ambienti diversi del germoplasma già esistente (vitigni autoctoni toscani e cloni) potrà essere avviato un nuovo progetto che prevede come sviluppo finale la disponibilità di nuovi genotipi ottenuti dal miglioramento genetico.

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