Li hanno consegnati all’Istituto Jane Goodall che li avvierà a recupero. Rossano Ercolini: “Partire dai ragazzi per cambiare gli stili di vita”.
di Gabriella Congedo
8 Giugno 2022
CAPANNORI (Lu) – Virtuosi e già esperti di economia circolare. Sono i bambini della scuola elementare di Lammari, una frazione di Capannori, che hanno raccolto la bellezza di 250 cellulari esausti (23 kg complessivi di materiale). Lo scorso lunedì nel corso di una piccola cerimonia li hanno consegnati all’Istituto Jane Goodall, che sta portando avanti un progetto per recuperare e riciclare vecchi apparecchi elettronici. E come premio di tanto zelo ciascuno di loro ha ricevuto il brevetto di “Custode della Terra”.
Non meraviglia che questo piccolo miracolo sia avvenuto a Capannori, il primo Comune italiano ad aderire alla Strategia Rifiuti Zero nel 2007 e punto di riferimento nel panorama internazionale e nazionale per la gestione dei rifiuti. Da queste parti le nuove generazioni le tirano su bene.
I cellulari usati, si sa, come tutti i prodotti elettronici sono molto inquinanti ma se smaltiti correttamente possono essere riutilizzati per costruire nuove apparecchiature in un’ottica di economia circolare. Tutto questo i bambini della scuola elementare di Lammari lo sanno bene (a differenza di molti adulti) grazie al progetto “Terra maestra” seguito durante l’anno scolastico: educazione ambientale con particolare attenzione all’economia circolare. Un’iniziativa voluta dalla scuola in collaborazione con il Centro di Ricerca Rifiuti Zero e il Comune.
Con “Terra maestra” gli educatori sono andati a fondo arrivando a spiegare ai ragazzi cosa comporta, in termini di sfruttamento dell’ambiente e dell’uomo, la costruzione di questi oggetti che cambiamo con tanta disinvoltura. E senza i quali ormai non riusciamo più a vivere. “Nell’ambito del progetto abbiamo studiato che cosa sono le terre rare – spiega Rossano Ercolini, coordinatore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero e di Terra maestra – apprendendo che per estrarre i minerali che vengono utilizzati nella produzione di apparecchi elettronici, in particolare nelle batterie, molti bambini sono ridotti in schiavitù e molte persone sono sfruttate per l’estrazione del Coltan e che l’estrazione di questi preziosi minerali danneggia l’ambiente, inquinando con i rifiuti, distruggendo le foreste e la biodiversità. Per questo dobbiamo impegnarci per recuperare e riciclare cellulari e apparecchi elettronici esausti”.
Un esempio di educazione ambientale che ci auguriamo venga seguito da altre scuole toscane: ce n’è un gran bisogno.
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