In sei mesi individuate più di 56mila violazioni. Il primato dei falsi Chianti va agli Stati Uniti con enoteche online che offrono vini come Italian Chianti Style, Original Chianti, Vintners Reserve Chianti.
Una frode alimentare di portata mondiale, con un giro d’affari di 200 milioni di euro e 2mila venditori online che spacciano Chianti contraffatto per autentico. Sono state individuate ben 39 etichette di WineKit, che altro non è che un preparato chimico in polvere per fare il vino in casa. Le etichette sono invitanti, riportano la scritta Made in Italy e Chianti, ma non c’è nulla di più lontano dal prodotto originale protetto dalla legislazione comunitaria. Grazie a Griffeshield, azienda specializzata in nuove tecnologie informatiche a supporto delle medie e grandi aziende internazionali, in sei mesi, fino a metà gennaio di quest’anno, il Consorzio Vino Chianti ha rilevato ben 56.075 violazioni.
L’attività di protezione e tutela è stata possibile grazie a un attento monitoraggio web condotto con le tecniche più sofisticate che ha smascherato tutti gli usi impropri del marchio Chianti rimuovendone il 78%. Le violazioni contestate: utilizzo fraudolento del marchio, vendita di vini e di etichette Chianti contraffatti .
Il principale mercato europeo dei kit di vino è il Regno Unito attraverso negozi online come Creative Wine Making Brew e portali come Ebay e Amazon. Nel mondo, il primato spetta agli Stati Uniti con enoteche online che offrono una vasta selezione di vini come Italian Chianti style, Original Chianti, Vintners Reserve Chianti e World Vineyard Italian Chianti, solo per citarne alcuni. Anche portali di e-commerce online USA e grande distribuzione organizzata come Wallmart vendono una grande selezione di kit di vino. Seguono Russia, Cina, Canada e Australia.
“Uno sforzo enorme – dichiara il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi – che ci ha permesso di eliminare la stragrande maggioranza di violazioni e frodi che danneggiano il marchio Chianti nel mondo. Un danno ingente a cui stiamo ponendo rimedio e infatti le violazioni già risultano in netto calo. Queste azioni hanno lo scopo di aumentare la pressione e quindi il rischio di incorrere in cause legali, educando la rete di vendita online a rispettare il marchio e soprattutto i diritti dei produttori dell’autentico vino Chianti. Per prevenire questo tipo di frodi abbiamo deciso di modificare il nostro disciplinare e permettere l’imbottigliamento di Chianti solo in Toscana. Un primo passo per garantire maggiori controlli e salvaguardare la nostra denominazione.”
Fonte: Consorzio Vino Chianti
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