Si va dallo zuccheraggio alle etichette falsificate, ai vini in polvere venduti su internet. Coldiretti: da ora in poi tolleranza zero, necessario aggiornare le norme attuali.
Oltre 59 mila ettari con una produzione di circa 3 milioni e 500 mila quintali di uve che vengono trasformati in 2 milioni e 800 mila ettolitri di vino. Oltre il 70% dei quali venduti sui mercati esteri. Sono i grandi numeri del vino toscano, uno dei settori trainanti dell’economia regionale che però deve fare i conti con un mercato parallelo in crescita esponenziale: quello delle frodi e delle falsificazioni.
“Serve tolleranza zero sulle frodi che mettono a rischio un settore cresciuto puntando sulla qualità” commenta il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi in riferimento all’operazione Ghost Wine, condotta dai Nas dei Carabinieri e dall’Unità investigativa dell’Ispettorato Centrale repressione frodi, che ha smascherato un sistema operativo tra Puglia, Campania, Lazio e Abruzzo che produceva e smerciava vino contraffatto facendolo passare per Doc e Igt.
Fanno registrare un balzo del 75% le notizie di reato nel settore vitivinicolo nel 2018, che si estendono dallo zuccheraggio alle falsificazione delle etichette, dall’annacquamento all’aggiunta irregolare di aromi. Ma c’è anche il commercio su internet di vini in polvere “Wine Kit” usurpando il nome di prestigiosi marchi italiani, secondo l’analisi della Coldiretti basata sui quasi 18 mila controlli fatti dall’Ispettorato Centrale Repressione Frodi sul settore vitivinicolo.
“Le frodi e la vinopirateria – sottolinea la Coldiretti Toscana – sono la principale minaccia al successo del settore del vino dove sono state smascherate dall’Ispettorato ben 194 notizie di reato nel 2018, con il sequestro di 15 milioni di chili di prodotto per un valore di 16,3 milioni di euro”.
Alle frodi a livello nazionale si aggiungono gli inganni a danno del vino Made in Italy provocati dalla vinopirateria nei diversi continenti dove sono stati scoperti clamorosi falsi, dal Bordolino bianco e rosso con tanto di bandiera tricolore ma prodotto in Argentina al Chianti Made in Usa fino al Barbera bianco acquistato in Romania.
“Gli ottimi risultati dell’attività delle Forze dell’Ordine confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia – continua la Coldiretti regionale – che vanno però sostenuti con la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900. Un obiettivo sostenuto dalla decisione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di chiedere la collaborazione di Giancarlo Caselli e dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti, proprio per procedere alla revisione delle leggi in materia”.
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