Rifiuti e riciclo

“Vietare plastica monouso nelle scuole per frutta e verdura”, Marevivo e Zero Waste scrivono al ministro

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Rossano Ercolini: “Bene incoraggiare un’alimentazione più sana ma senza veicolare pratiche funzionali a un usa e getta diseducativo”. 

 

30 marzo 2023

Oggi 30 marzo ricorre la prima Giornata Internazionale Rifiuti Zero. In quest’occasione Marevivo e Zero Waste Italy hanno scritto al ministro dell’Agricoltura Lollobrigida chiedendo di vietare l’uso di confezioni di plastica monouso nelle scuole per frutta e verdura. Grazie a un progetto ministeriale, infatti, un milione di bambini delle elementari ricevono con cadenza periodica monoporzioni di frutta e verdura confezionate in buste e vaschette di plastica. In questo modo, spiegano le due associazioni in questa nota congiunta, mentre da un lato si cerca di stimolare abitudini alimentari più sane dall’altro si continua a diffondere un materiale nocivo per l’ambiente e la salute umana. 

La plastica, lo dice anche la scienza, è oramai ovunque: nell’aria che respiriamo, nei prodotti alimentari, nell’acqua che beviamo. Se ne continua a usare troppa, anche all’interno delle aule, dove è attivo il programma “Frutta e verdura nelle scuole”, introdotto proprio dal ministero dell’Agricoltura che coinvolge circa un milione di alunni delle scuole primarie di età compresa tra i 6 e gli 11 anni. Durante l’intero anno scolastico – e con cadenza periodica – i ragazzi ricevono confezioni monoporzione di frutta e verdura conservate in buste e vaschette di plastica. L’intento di incoraggiare e sostenere i bambini nell’adozione di abitudini alimentari sane va, però, in contrasto con l’impiego di confezioni fatte con un materiale non propriamente sostenibile.

Marevivo e Zero Waste Italy, che a gennaio hanno lanciato la campagna #BastaVaschette proprio per chiedere la riduzione e il divieto di utilizzo di imballaggi di plastica monouso per frutta e verdura, hanno scritto al ministro Lollobrigida per chiedergli di assumere tutte le iniziative – in sede nazionale e comunitaria – necessarie all’abolizione dell’utilizzo degli imballaggi in plastica monouso, almeno per quel che riguarda il progetto nelle scuole.

Studi scientifici hanno dimostrato che dagli imballaggi di plastica sostanze chimiche, come i polimeri della plastica, soprattutto in forma di micro e nano plastiche, possono migrare e inserirsi all’interno degli alimenti ivi contenuti, rischiando di rappresentare un serio danno per la salute.
Sappiamo, inoltre, che la plastica è presente nel nostro sangue, nel latte materno, nel tessuto polmonare, persino nella placenta umana e che ingeriamo circa 5 grammi di microplastiche a settimana, l’equivalente in peso di una carta di credito.

“Crediamo sia veramente importante che il ministro accolga la nostra richiesta, che non è la soluzione ma un passo in avanti verso la riduzione del monouso. Le istituzioni hanno il compito di rendere consapevoli i cittadini sulle buone pratiche che è sempre più urgente introdurre vista la situazione nella quale ci troviamo, che sta pericolosamente mettendo a rischio la salute umana” – dichiara Raffaella Giugni, responsabile relazioni istituzionali Marevivo.
La scuola appare ormai come uno dei pochi ‘luoghi sacri’ per la formazione delle nuovissime generazioni. Il ministero dell’Ambiente e i poteri pubblici non possono veicolare messaggi ambigui e contraddittori – aggiunge Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste ItalySe da un lato incoraggiare il consumo di frutta è sicuramente positivo dal punto di vista alimentare quando questo avviene, però, nelle confezioni di plastica risulta veicolo che incoraggia pratiche contrarie alla “circolarità” e funzionali a un usa e getta diseducativo. Siamo ovviamente disponibili a lavorare congiuntamente per trovare soluzioni condivise alternative”.

Marevivo  Zero Waste Italy