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Video: Agricoltura urbana in espansione, se ne parla all’Ateneo fiorentino

Domenica 13 gennaio l’incontro “Green cities, coltivare le città”. Un fenomeno in espansione da leggere come strategia di adattamento in risposta alla vulnerabilità sociale.

 

FIRENZE – L’agricoltura urbana si sta diffondendo come fenomeno contemporaneo. A quali esigenze, anche sociali, risponde l’esperienza dei cittadini coltivatori? E quali conoscenze e mezzi tecnici sono necessari per produrre in città cibo salubre e di buona qualità? A queste domande vuol rispondere l’incontro “Green cities, coltivare le città”, in programma domenica 13 gennaio (ore 10.30 – Aula Magna dell’Ateneo fiorentino, piazza San Marco, 4), con Anna Dalla Marta e Ada Baldi, giovani ricercatrici di Agronomia e coltivazioni erbacee.

L’agricoltura urbana si può definire come la pratica di coltivare (o allevare) all’interno delle città a fini alimentari. A differenza dell’agricoltura rurale, quella urbana interagisce con un sistema ecologico, sociale e strutturale completamente diverso e assai più complesso. Non si parla più di agricoltori ma di cittadini, non si parla di politiche agricole ma di pianificazione urbanistica, non si parla di grandi coltivazioni ma di terreni confinanti, spesso condivisi, molte volte marginali o di recupero da utilizzi precedenti (spesso industriali).

L’agricoltura urbana porta numerosi benefici alla città, in fondo nasce come strategia adattativa in risposta a tutta una serie di fattori di vulnerabilità della nostra società: abbandono delle campagne, urbanizzazione e cementificazione, consumo di suolo, globalizzazione dei sistemi agroalimentari, isolamento sociale, cambiamenti climatici. In questi termini, l’agricoltura urbana si può considerare come un elemento importante per la resilienza delle città moderne.

Questo aspetto è stato già recepito da molte amministrazioni regionali che sostengono e promuovono la realizzazione o il recupero di orti urbani e ne disciplinano l’uso. Esempio virtuoso è l’iniziativa “Centomila orti in Toscana”, promossa dalla Regione Toscana, che rivisita il concetto di orto urbano come luogo non solo dedicato alla produzione orticola o floreale, ma anche come occasione di aggregazione sociale, confronto e scambio culturale.

Tuttavia, urbana o rurale che sia, l’agricoltura per essere produttiva ha bisogno di utilizzare risorse naturali. Quelle principali, acqua e suolo, in città scarseggiano (sia in quantità che in qualità) e la competizione per il loro uso è altissima. Per essere sostenibile l’agricoltura urbana deve dotarsi dei mezzi tecnici e delle conoscenze agronomiche necessari per preservare le risorse, produrre cibo salubre e di buona qualità. Siamo in grado di farlo? Unifi sta provando a rispondere a questo quesito attraverso la progettazione dell’orto sostenibile.
L’iniziativa è realizzata con il patrocinio del Comune di Firenze, in collaborazione con Unicoop Firenze e Fondazione internazionale Menarini.

Fonte: Università di Firenze

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