L’opera si chiama ‘Alta marea’ e ha sfilato al Carnevale di quest’anno. Rimarrà esposta per tre mesi. A Viareggio nasce anche l’Istituto di ricerca per l’alternativa alle plastiche.
VIAREGGIO (Lu) – Rimarrà in esposizione per tre mesi la gigantesca balena morente soffocata dalla plastica presentata quest’anno al Carnevale di Viareggio.
La città marinara, capofila tra quelle della costa nell’adesione al protocollo plasticFree per la messa al bando dalle spiagge toscane della plastica monouso, ha rilanciato il messaggio in maniera del tutto originale con l’installazione di Alta Marea, opera di Riccardo Vannucci che riproduce il carro omonimo che ha sfilato durante l’ultima edizione del Carnevale.
Una balena quasi a grandezza naturale, lunga 20 metri per una larghezza massima di 7 e un peso di 800 chili, che resterà tre mesi in esposizione in piazza Pea, adiacente alla passeggiata, grazie alla disponibilità dell’artista e al contributo del Comune di Viareggio e della Regione Toscana. L’installazione è stata inaugurata ieri, giovedì 1 agosto.
«Alta Marea è un’opera che ha avuto grandissimo successo durante il Carnevale 2019 – commenta l’assessore al Turismo Patrizia Lombardi – e altrettanta risonanza mediatica anche nei mesi successivi. Abbiamo scelto di metterla in una delle piazze centrali di Viareggio, vicino alla spiaggia e di fronte alla passeggiata, in modo che più gente possibile potesse vederla. Un modo per lanciare un messaggio che sia forte e chiaro e soprattutto unico: un linguaggio artistico, quello del Carnevale, che individua subito la nostra città, maestra nell’arte della Cartapesta».
Alta Marea è infatti interamente composta di carta pesta, trattata per resistere alle intemperie con un prodotto innovativo ma soprattutto completamente ecosostenibile: «Niente di chimico ma solo un liquido incolore, il quarzo liquido – spiegano dall’azienda produttrice (la Qflex di Bergamo) – che avvolge in una rete invisibile la superficie. Un trattamento naturale che non compromette il riciclo del materiale il quale, una volta deperito, ritorna nella sua forma originale: biossido di silicio in polvere. Niente di più che semplice sabbia».
Sempre in materia di innovazione, in occasione del taglio del nastro di Alta Marea è stato anche presentato il nuovo Istituto di ricerca per l’alternativa alle plastiche, creato per studiare la frazione residua dei RUR (Rifiuti Urbani Residui) con particolare attenzione ai rifiuti plastici e ICP (Imballaggi Compositi Polimateriali).
«L’istituto è promosso dal Comune in stretta collaborazione con Sea – spiega l’assessore all’Ambiente Federico Pierucci -: sarà dotato di una propria sede e formato da un team operativo e da un comitato scientifico. Promuoverà forme di collaborazione sia con le Università che con il CNR per portare all’attenzione casi o prodotti particolari, parliamo soprattutto di imballaggi non riciclabili e non compostabili, proponendo alternative sostenibili».
In particolare si lavorerà con il CNR di Lerici, autore di una ricerca sistematica sulla presenza della plastica nel Tirreno settentrionale e con quello di Pozzuoli per le sue ricerche sul riciclo della vetroresina proveniente dal settore della nautica da diporto. E naturalmente con le associazioni ambientaliste e naturalistiche per la tutela della biodiversità marina e del mare in generale, non dimenticando che Viareggio si trova sulla rotta del “Santuario dei Cetacei”.
Dell’istituto faranno parte il Comune di Viareggio, che lo promuove, e almeno un membro dell’Osservatorio Rifiuti Zero. Coordinatori operativi saranno Rossano Ercolini e l’ingegnere ambientale Silvia Gemignani. Presidente del Comitato scientifico Paul Connet e presidente onorario il capitano Charles Moore, l’oceanografo noto per aver attirato l’attenzione sulla “Great Pacific Garbage Patch”, l’isola di plastica che galleggia nell’Oceano Pacifico.
Fonte: Comune di Viareggio
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