La Regione annuncia la bonifica di tre siti di sua competenza ma il Movimento Consumatori e Assemblea No Keu giudicano gli interventi insufficienti.
Redazione
1 marzo 2025
Il “caso Keu” è scoppiato nel 2018 anni in seguito a un’indagine sul traffico dei rifiuti condotta dai Carabinieri forestali guidati dalla comandante tenente colonnello Marta Ciampelli, allora a capo del Nipaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale) e ora Comandante dei carabinieri forestali di Grosseto. Nel 2021 si sono concluse le indagini che hanno permesso di smantellare “un sistema criminale per la gestione illecita dei rifiuti del reparto conciario” e di scoprire “la partecipazione all’illecito smaltimento di imprenditori contigui a cosche di ‘ndrangheta”, come si legge in una nota diffusa all’epoca dai Carabinieri forestali.
L’operazione Keu ha portato a sei arresti, sette notifiche di provvedimenti interdittivi e numerose perquisizioni e sequestri per oltre 20 milioni di euro. Nel 2023 i siti sono così passati sotto la gestione della task force per le bonifiche guidata dal generale Giuseppe Vadalà, supportato da tre subcommissari tra cui il tenente colonnello Nino Tarantino.
Nei giorni scorsi in Regione Toscana si è tenuta una conferenza stampa sulle operazioni di bonifica dei siti commissariati contenenti Keu. Sono intervenuti il generale Vadalà, il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni che hanno annunciato l’ingresso nella fase operativa di bonifica per i tre siti di competenza regionale, che dovrebbe concludersi entro fine 2025, ovvero gli impianti di gestione di rifiuti inerti Lerose di Levane, a Bucine, il sito di Pontedera e il lotto V Empoli-Castelfiorentino della strada regionale 429, per un costo preventivato di almeno 15 milioni di euro.
Sul piano operativo il commissario di Governo ha ricevuto l’incarico di occuparsi di soli tre siti inquinati, mentre l’assessore Monni ha parlato di altri 12-15 siti di piccole dimensioni che saranno presi in carico dagli enti locali. Tuttavia, secondo informazioni in possesso del Movimento Consumatori Toscana, i siti contaminati dal Keu sarebbero in realtà migliaia e mancherebbe ancora un piano concreto per individuarli con precisione: “Riteniamo inaccettabile che l’intervento di bonifica venga affrontato in modo parziale e frammentario, lasciando irrisolta la maggior parte del problema e scaricando i costi sulle future generazioni”.
Secondo il Movimento l’azienda Le Rose aveva ricevuto regolari autorizzazioni per l’utilizzo del Keu e aziende come TCA e Chimet hanno vinto i loro ricorsi al Tribunale amministrativo, di conseguenza “il costo delle operazioni di bonifica non ricadrà su chi ha inquinato o su chi ha concesso le autorizzazioni ma sui cittadini toscani, chiamati ancora una volta a pagare con le proprie tasse”.
Anche i cittadini riuniti nell’Assemblea No Keu di Empoli hanno espresso forte preoccupazione: “Secondo quanto affermato, il sito empolese della strada regionale 429 non verrà bonificato ma si limiteranno a rafforzare l’attuale sistema di contenimento, applicando un telo plastificato sulla superficie laterale esterna dell’area interessata in cui ci sono 8 mila tonnellate di Keu”.
Aggiungi un commento