Molte discipline non scientifiche hanno alla base lo studio degli effetti dei colori su di noi.
di Laura Lop
Solo poche ore fa, pioveva. Un battente scroscio notturno di grandine e vento che in pochi minuti ha scaricato una tempesta dal sapore tropicale.
Sempre più spesso succede che le diluite pioggerelle cullanti siano rimpiazzate da brevi e violente bufere. A questo dovremo probabilmente abituarci per via dei cambiamenti climatici che sono già in atto e destinati ad accentuarsi. Ora però è mattina e quando letteralmente apro la mia finestra sul cielo, sbirciando dalla mia camera sottotetto, nella visione che mi appare è quasi accecante il verde brillante della natura circostante.
Ci sono molte discipline non scientifiche che hanno alla base lo studio degli effetti dei colori su di noi.
Si dice che il verde sia un colore di pace, proverbiale simbolo di speranza e con effetti calmanti per il nostro sistema nervoso.
La medicina ayurvedica, con il suo orientale approccio prettamente olistico, lo associa al chakra del cuore, il nostro quarto centro energetico in pieno petto, motore di meccaniche funzioni cardiache ed emotivi stati d’animo quali generosità ed empatia.
La cromoterapia si spinge a discutere di sistema endocrino e regolazione degli ormoni per un generale benessere dell’organismo.
La Natura cura corpo, mente e anima, tutti i nostri livelli, che siano sottili o fisici, vengono influenzati dall’ambiente che ci circonda, con lo sforzo della nostra consapevolezza o in totale assenza della nostra attenzione superficiale.
Salgo in macchina e impiego il triplo del solito tempo per percorrere una manciata di chilometri. Mi fermo a contemplare fiori, uccelli, nuvole, lungo stradine che conosco a memoria ma sempre mi incantano.
Dove la natura prospera, c’è un brulichio di vita, arcobaleni e biodiversità. Dove l’uomo si fa cieco padrone dichiarando guerra all’esplosione della rinascita primaverile si trovano aridi deserti, monocolture alla chimica, sfregi al paesaggio.
Interessi economici, alleanze di potere ma anche molta ignoranza ci trattengono nella misera illusione di essere gli abitanti privilegiati del pianeta e per questo non ascoltare le grida d’allarme.
Torno a casa con gli occhi pieni di croci e delizie. Non mi resta che concludere il resto della giornata con un bel po’ di verde hennè spalmato sui capelli, con buona pace dei miei coinquilini…
“Pietro, cos’è quest’odore di fieno in tutta casa?”
“Ah niente, dev’essere mamma con i suoi intrugli”
PS. “Verde brillante” è il titolo un libro di Stefano Mancuso che consiglio vivamente di leggere
Laura Lo Presti vive sulle colline del Montalbano, circondata dalla Natura e dai suoi gatti. Attivista ambientale per passione, collabora con il Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori (www.rifiutizerocapannori.it) e con Ekoe società cooperativa (www.ekoe.org) per la commercializzazione di stoviglie e imballi ecologici.
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