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Valdelsa, odori intollerabili dalla distilleria. Stop all’impianto dal tramonto a dopo l’alba

Valdelsa, odori intollerabili dalla distilleria: stop all'attività dal tramonto all'alba
Foto dalla pagina Facebook del Comitato per la tutela e la difesa della Valdelsa

L’ordinanza urgente emanata dal sindaco di Barberino Tavarnelle dopo le proteste dei residenti e un sopralluogo di Arpat.

 

di Gabriella Congedo

BARBERINO TAVARNELLE (Fi) – Stop all’attività serale e notturna della distilleria Deta. Lo dispone un’ordinanza contingibile e urgente emanata ieri dal sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli. Lo stabilimento, situato nell’area industriale del Comune, dovrà sospendere la combustione della buccetta (la buccia essiccata della vinaccia usata come combustibile) da mezz’ora dopo il tramonto fino a due ore dopo l’alba per un mese.

Il provvedimento arriva dopo il sopralluogo compiuto da ARPAT sabato scorso nelle prime ore del mattino. Nei giorni precedenti l’Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’Agenzia era stato subissato di telefonate da parte di cittadini infuriati per gli odori insopportabili provenienti dall’impianto, particolarmente forti a partire dalle ore successive al tramonto fino alle prime ore dell’alba. Altre segnalazioni erano state raccolte dai Carabinieri di zona.

I fumi densi e maleodoranti prodotti dalla distilleria Deta non sono una novità, da tempo gli abitanti della zona tra Vico d’Elsa e Poggibonsi se ne lamentano, ma stavolta pare che si sia superato il livello di guardia.
Se ne sono accorti anche i tecnici di ARPAT: “Al momento del sopralluogo – informa l’agenzia – nell’aria di fondovalle c’era una foschia molto evidente, prodotta dal ristagno dei fumi dell’azienda, e si percepivano cattivi odori molto intensi. La situazione era simile anche salendo per Vico d’Elsa fino alla parte bassa del paese, anche se con una variazione della tipologia di odore avvertito”.

Arpat comunque non ha individuato irregolarità nella conduzione dell’impianto rispetto a quanto disposto dall’autorizzazione né alcuna anomalia di marcia. L’aggravarsi della situazione nell’ultima settimana sarebbe riconducibile a un prolungato ristagno e accumulo negli strati bassi dell’atmosfera degli inquinanti emessi dalla combustione e dall’essiccamento della buccetta. Di conseguenza “l’intensità e il ripetersi dei cattivi odori serali e notturni in occasione delle situazioni di inversione termica e calma di vento che si instaurano nella vallata genera una situazione difficilmente sopportabile”.

In attesa di altre indagini ARPAT, nella stessa giornata di sabato, ha proposto al sindaco di Barberino Tavarnelle di valutare un’interruzione temporanea dell’attività dello stabilimento nelle fasce orarie in cui il problema supera la soglia della tollerabilità e alla Regione Toscana di riconsiderare l’autorizzazione rilasciata per “disciplinare in maniera più stringente il periodo transitorio”.

“Lo spegnimento della combustione della buccetta in questa fase è necessario -ha detto il sindaco Baroncelli – anche considerando l’assetto attuale dello stabilimento con il camino dell’emissione E1, alto 20 metri, ritenuto inadeguato a contenere i cattivi odori generati dalle emissioni della distilleria pur nel rispetto dei limiti imposti dalla nuova autorizzazione”.

In attesa delle nuove valutazioni annunciate da Arpat rimane aperto il problema dell’ampliamento, chiesto – e ottenuto – dalla distilleria Deta con l’Autorizzazione unica ambientale (AUA) concessa il 19 febbraio dalla Regione Toscana. Praticamente un raddoppio, con il passaggio delle giornate di produzione dalle attuali 150 a 300 l’anno. L’impatto ambientale dovrebbe essere mitigato da nuove tecnologie all’avanguardia e dalla costruzione di una ciminiera di 60 metri alla Zambra, sotto Vico d’Elsa, al posto del camino attuale di 20 metri. Soluzione proposta da Arpat che impedirebbe ai fumi di ristagnare in basso.

Ma il Comitato per la tutela e la difesa della Valdelsa non ci sta. “Con l’AUA del 19 febbraio scorso – spiegano – si consente a DETA di passare da 35.000 a 75.000 Nmc/h di emissioni al camino principale E1. Vuol dire che si consente di raddoppiare il volume delle vinacce lavorate, da 40/44.000 a 85/95.000 tonnellate. Inoltre si concede ancora di passare da 150 a 300 giornate lavorative all’anno, quindi un potenziale ulteriore raddoppio della produzione”.

Tutto questo comporterà secondo il Comitato un aumento esponenziale delle emissioni, con gravi danni per la salute e per l’economia agricola e turistica della zona: “Facendo due calcoli, la nuova AUA consente a Deta di quintuplicare la quantità di Ossidi di Azoto, di triplicare quella delle polveri sottili, di decuplicare (quasi) quella del carbonio organico totale immesso nell’atmosfera. Con un camino che sputa il tutto a 60 metri, come brillante soluzione escogitata dalla nostra Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente”.