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Unifi: possibili effetti indesiderati dei bio-insetticidi sulle api e sull’uomo

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I ricercatori fiorentini hanno studiato gli effetti di un bio-insetticida naturale molto diffuso in agricoltura, il fungo Beauveria bassiana, sulla diffusione di malattie che affliggono le api.

 

FIRENZE – Sono arrivati i risultati dello studio dedicato agli effetti dell’uso dei bio-insetticidi sul comportamento delle api, svolto dal team di ricercatori del Dipartimento di Biologia coordinato da Rita Cervo e pubblicato dalla rivista Scientific Reports. I ricercatori fiorentini hanno studiato in particolare gli effetti di un bio-insetticida naturale largamente utilizzato in agricoltura, il fungo Beauveria bassiana, sulle api, compiendo test di tipo comportamentale sul campo e analisi chimiche presso il Centro di Spettrometria di Massa UNIFI.

“E’ necessario approfondire i potenziali effetti collaterali che questi biocidi naturali possono avere sull’uomo e su altri organismi che non sono il loro bersaglio – afferma Rita Cervo – . Il nostro studio conferma ciò che è emerso da altre ricerche, cioè che è necessario mettere a punto un dosaggio dei bio-insetticidi naturali che tenga conto non solo della mortalità dei singoli insetti impollinatori ma anche degli effetti sulla complessa organizzazione sociale alla base della loro sopravvivenza”.

“Abbiamo riscontrato effetti inaspettati sulle capacità delle api di riconoscere le proprie compagne di nido, con l’alterazione di una delle caratteristiche cruciali per l’integrità coloniale di queste complesse società – evidenzia Federico Cappa, primo autore dello studio -. L’esposizione alle spore del fungo sul corpo delle api modifica, infatti, la composizione della miscela degli odori che media il riconoscimento dei membri della colonia, permettendo a individui estranei di essere accettati all’interno della società. La possibile penetrazione nella colonia di api estranee, potenziali trasportatrici di patogeni e parassiti potrebbe tra l’altro favorire la diffusione delle tante malattie che attualmente affliggono le api”.

Fonte: Università di Firenze

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