Una ricerca ha individuato nelle emissioni gassose delle discariche USA una nuova fonte di inquinamento da PFAS tossici.
di Sandro Angiolini
12 agosto 2024
Lo so, fa molto caldo, e la maggior parte delle fonti concorda nel definire il mese di luglio appena trascorso come il più torrido della storia. Di conseguenza, l’aria tende a farsi irrespirabile.
C’è qualcun altro che è arrivato quasi alla stessa conclusione, ed è su questa notizia che mi soffermo oggi. Il quotidiano inglese The Guardian ha infatti pubblicato la scorsa settimana un articolo sui risultati di una ricerca effettuata negli USA sulle emissioni gassose derivanti dalle discariche di quel Paese. Ne è emerso che, all’interno di tali emissioni, figura una discreta quantità degli infausti PFAS (derivati del fluoro detti anche “inquinanti eterni” perché praticamente non degradabili in natura, con pesanti effetti negativi sulla salute umana): una quantità simile a quella che si riscontrava all’interno del percolato acquoso delle stesse discariche, e che finora rappresentava il principale oggetto di studio sui pericoli che da esse potevano derivare.
Cosa vuol dire in sostanza l’articolo (e la ricerca che ne è alla base)? Occhio: purtroppo i pericoli per l’ambiente, e per la salute umana, stanno anche da altre parti, e anche se le discariche in questione sono sottoposte a controlli severi semplicemente non sono state progettate per tenere conto anche di questa fonte di inquinamento. Al riguardo mi sento di aggiungere i seguenti commenti:
– gli USA non sono propriamente un modello di tutela ambientale a livello mondiale e in ogni caso, su molti fronti, pagano dazio rispetto alle norme in vigore all’interno dell’Unione Europea (e quindi anche in Italia). Speriamo che le seconde siano attrezzate anche per far fronte a questo nuovo problema (e se non lo sono i politici nostrani recentemente eletti al Parlamento Europeo è bene che lo verifichino, e in fretta);
– i PFAS sono usati da troppe parti, soprattutto nelle plastiche. Chi segue questo blog sa che, periodicamente, ho già mostrato come in molti casi questi materiali possano essere sostituiti da altri più ecologici e soprattutto riciclabili;
– a proposito di quest’ultima parola osservo che sui media non se ne parla abbastanza, e questo non va bene. Ormai (sempre spinti da norme europee) più del 90% dei nostri smartphone, Pc e automobili sono composti da parti riciclabili. Tra poco dovranno essere composti da percentuali crescenti di componenti provenienti, appunto, da attività di riciclo, proprio per abbassare la necessità di discariche e inceneritori. Processi del genere vanno sostenuti con maggior forza;
– alla fine della storia la conclusione è soprattutto una: invece di guardare sempre e solo all’andamento del PIL come principale indicatore del benessere di una società andiamo a vedere anche qualcos’altro e facciamo in modo che ci si rifletta bene sopra…
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
Vedi a questo link.
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