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Una ricerca sta indagando l’importanza del lupo nelle Alpi Apuane

Uno studio delle Univesità di Pisa e Firenze sta indagando l'importanza del lupo nelle Alpi Apuane.

Le Università di Pisa e Firenze studiano gli effetti regolatori del lupo sulla catena dei mammiferi e sulla vegetazione del Parco.

 

PARCO ALPI APUANE (Ms) – La presenza del lupo è considerata un ottimo indicatore della salute di un ecosistema naturale. Eppure in tutto il territorio nazionale si sente parlare quotidianamente di lupi avvelenati, investiti e cacciati anche se questi animali sono tutelati da norme nazionali e internazionali, a partire dalla Convenzione di Berna del ’79.
Mentre gli allevatori toscani e le loro associazioni continuano a chiedere interventi drastici per contenere gli attacchi dei lupi, molte associazioni ambientaliste chiedono alla Regione Toscana di investire sulla convivenza tra lupo e allevatori valorizzando gli esempi positivi.

Uno studio di questi giorni sta indagando sugli effetti della presenza del lupo per l’intero ecosistema delle Alpi Apuane e il ruolo che esso può avere nella conservazione delle specie vegetali. La ricerca è coordinata da Alessandro Massolo dell’Università di Pisa, in collaborazione con  Giovanni Argenti e Maria Ponzetta dell’Università di Firenze per la parte relativa ai rilievi sulla vegetazione. Lo studio vede il coinvolgimento attivo anche del comando Guardiaparco, dei tecnici faunistici del Parco delle Apuane e di studenti delle Università di Pisa e di Firenze.

L’obiettivo del progetto – spiega Alessandro Massoloè studiare gli effetti regolatori del lupo sulla catena trofica dei mammiferi e come questi si riverberano anche sulle componenti vegetali”. Lo studio, in particolare, intende indagare i cosiddetti top-down effect dovuti alla presenza di un ‘top-predator’ come il lupo sulle Apuane, e il ruolo ecologico che questo predatore riveste.

Per svolgere l’indagine il territorio del Parco è stato suddiviso, tramite una griglia di 3×3 km, in 52 celle. In ciascuna cella è stato individuato un percorso fisso di 2 km lungo i quali raccogliere dati su segni di presenza indiretta (come feci e tracce) di lupi, volpi, mustelidi, ungulati domestici e selvatici, e un sito in cui collocare una fototrappola per il monitoraggio diretto della presenza di queste specie allo scopo di valutarne l’attività giornaliera e la distribuzione all’interno dell’area di studio. Inoltre, sempre usando la griglia come riferimento, sono stati individuati 13 siti con una regolare attività di marcatura fecale da parte di lupi e una ventina di siti (punti di vantaggio) da cui condurre rilevamenti dei loro ululati.

“Nelle Alpi Apuane – conclude Massolo – il lupo preda cinghiali, caprioli, mufloni, cervi, daini e capre rinselvatichite. L’effetto top-down è un effetto regolatore dei predatori su predatori più piccoli ma soprattutto sui popolamenti di prede. Può ridurne la densità, modificarne l’uso dello spazio e i ritmi di attività, oltreché alterare le relazioni di competizione diretta e indiretta tra le specie preda. A cascata, questi cambiamenti possono causare quindi un ridotto o differente impatto sulle specie vegetali e indirettamente anche sul suolo e sugli organismi che vi sono presenti. Lo studio si propone quindi di valutare se, e in che misura, questo effetto top-down sia riscontrabile sulle Apuane.”

Il progetto prevede il coinvolgimento dei residenti del Parco. Per informazioni e segnalazioni di avvistamenti diretti o invio di fotografie e video interessanti  è possibile contattare i ricercatori presso l’Università di Pisa: alessandro.massolo@unipi.it e luca.petroni@phd.unipi.it

Fonte: Parco Alpi Apuane.