Impatto (quasi) zero - di Laura Lop

Un tuffo nel Blu

Foto di Rossella Baldacconi
Foto di Rossella Baldacconi

Gunter Pauli e la “Blue Economy”: l’ambiente non come un ostacolo al profitto ma come un mare di possibilità

di Laura Lop

Lo confesso, fino a poco tempo fa non avevo idea di chi fosse Gunter Pauli quando casualmente m’imbatto nella lettura di una sua intervista: “Abbiamo bisogno di diventare impazienti, smettere di posticipare tutto alla prossima generazione e progettare nuovi modi di produzione e di consumo”.
Dovevo assolutamente saperne di più su quest’uomo ed ecco che mi si apre il mondo della “Blue Economy”.

Gunter Pauli è economista, scrittore, presidente di Novamont e fondatore di ZERI (Zero Emission Research Initiative), rete internazionale di studiosi che cercano soluzioni innovative in campo economico, sociale, culturale e ambientale partendo da uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere gli ecosistemi che forniscono sicurezza alimentare e regolazione del clima. Crescita e investimenti sì, ma con parametri ben chiari che mettono al centro la cura del patrimonio naturale e delle risorse esauribili.

Tanto pensavo avveniristica la green economy, quanto mi sono dovuta ricredere conoscendo questo nuovo approccio colorato di Blue. Blue come il mare, perché è proprio alla fine di una conferenza per salvaguardare il Mediterraneo che nasce la volontà di promuovere l’economia blue dipingendo l’ambiente non come un ostacolo al profitto ma come un mare di possibilità.
A differenza della green economy, la blue economy si concentra sulla trasformazione delle sostanze generate o sprecate da precedenti produzioni e sul recupero di spazi vecchi o inutilizzati, facendo riflettere sul nostro impatto e sulla nostra responsabilità di scelta. Semplicemente geniale.

Anziché richiedere alle aziende contributi aggiuntivi per salvare l’ambiente, spesso possono crearsi opportunità lavorative con minori capitali, frutto di una ben studiata progettazione che tende ad azzerare le emissioni di CO2. Esatto, azzerare e non ridurre. Anch’io, incredula, ho dovuto rileggere questa frase più volte.

Foto di Rossella Baldacconi
Foto di Rossella Baldacconi

Le frecce vincenti sono la condivisione di conoscenze e l’utilizzo della “biomimesi”, una tecnica scientifica che si fonda sullo studio e sull’imitazione delle specie viventi per trovare nuove tecniche di produzione e migliorare quelle già esistenti.
Se pensiamo agli ecosistemi in Natura essi, seppur molto compromessi dal nostro inquinamento, riescono a convivere, riprodursi e sostenersi in perfetto equilibrio senza generare conflitti e cause per la propria estinzione.

L’Italia, definita da anni in crisi, si dibatte tra due fronti: chi si sente così deluso da dover emigrare in cerca di politiche meno ottuse e occasioni più favorevoli e chi rimane accettando quel che trova o cercando di sviluppare nuove idee.

La parte migliore di questa ricerca è stata la scoperta di quelle attività commerciali già nate seguendo questi impulsi. Ne cito solo qualche esempio:
*la produzione di funghi alimentari dal recupero, con bicicletta attrezzata, dei fondi di caffè provenienti dai locali pubblici (start up fiorentina di cui tornerò a occuparmi in futuro);
*l’invenzione di un nuovo pacemaker senza batterie, difficili da riciclare, che funziona alimentato dalla temperatura corporea e dalla pressione della voce. Il risultato è arrivato osservando il funzionamento di alcuni organismi viventi;
*la realizzazione di gioielli a partire dal riso e altri scarti.
Su circa 200 progetti elaborati in sei anni, una ventina sono in Europa. Dare visibilità a queste informazioni produce speranza e stimoli per iniziative concrete.
Il blue è il colore della calma mentale, vi consiglio di associarla a un po’ di tempo e leggervi “Blue Economy 2.0” del mio nuovo idolo.

 

Laura Lo Presti vive sulle colline del Montalbano, circondata dalla Natura e dai suoi gatti. Attivista ambientale per passione, collabora con il Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori (www.rifiutizerocapannori.it) e con Ekoe società cooperativa (www.ekoe.org) per la commercializzazione di stoviglie e imballi ecologici.







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