In Spagna diverse aziende fanno fare ai loro dipendenti una formazione un po’ speciale: dedicare una o due settimane a pulire l’ambiente dai rifiuti.
di Sandro Angiolini
7 agosto 2022
Se dovessi commentare le principali notizie ambientali che sono arrivate questa settimana dal mondo temo che diffonderei una discreta depressione: la siccità e gli incendi aumentano, l’Unione Europea ha deciso di tollerare l’uso di carbone ed energia nucleare finché la guerra in Ucraina va avanti, e due giorni fa era anche l’anniversario dello sgancio della prima bomba nucleare su Hiroshima (77 anni fa).
Per scovare una notizia che mi permette però di intravedere un minimo di ottimismo tocca andare in Spagna, sul sito di “El Pais”. Lì hanno dedicato un bell’articolo alle esperienze che, da diversi anni, varie grandi e medie imprese di tutti i settori fanno fare ai propri dipendenti come attività di formazione personale e sociale. In pratica lavoratori di compagnie come Coca-Cola, BNP, Chevron, Siemens, Wallapop, si impegnano per una – due settimane a migliorare lo stato dell’ambiente. Per esempio ripulendo le spiagge del mare o di un lago dai rifiuti.
Quello che secondo me è più interessante è leggere le dichiarazioni di alcuni di questi dipendenti:
-“sono consapevole che è come muovere un granello di sabbia, ma questa esperienza mi ha aperto gli occhi su quanto possano essere inquinati dalla sporcizia certi posti”;
-“io ho deciso di cambiare radicalmente le mie abitudini di vita dopo aver visto quello che ho visto sul terreno”;
-“quest’esperienza mi ha permesso di sviluppare una relazione di convivenza inaspettata con i miei colleghi”;
-“so che non serve a nulla continuare a ripulire posti come questi se continuiamo a produrre rifiuti al ritmo attuale”. E così via.
Ora, io mi rendo conto che la soluzione del problema della gestione dei rifiuti dalle nostre parti è assai complessa, ma notizie come questa un poco aiutano. Perché mettono in relazione i comportamenti individuali con la coscienza sociale e con le decisioni che prendono imprese produttrici di beni e politici che amministrano il territorio. Se questi attori non si parlano e non si comportano in modo trasparente le soluzioni difficilmente arrivano. In pratica questo significa norme più chiare, incentivi per comportamenti individuali e d’impresa più rispettosi dell’ambiente, impianti adeguati per il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti, più controlli per chi sgarra, nuovi progetti per l’economia circolare e anche meno tendenza al consumismo da parte di tutti.
È chiedere troppo? Sono certo che l’ambiente risponderebbe di No.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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