Dai 243.000 euro del 2018 ai 609.000 del 2021. Il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri: “Ora includere anche parchi regionali e aree marine”.
28 Giugno 2022
I numeri parlano chiaro, sono triplicati i contributi dei cittadini italiani ai parchi nazionali attraverso la scelta del 5×1000. A darne notizia è Federparchi. Nel 2021 il contributo per i parchi nazionali ha raggiunto i 609.000 euro grazie alle scelte di 20.762 contribuenti che hanno optato per la tutela della biodiversità. Nel 2018 si era raggiunta la cifra di 243.000 euro e otto parchi si trovavano a “zero scelte”. Il grafico mostra come si sia rapidamente passati dalle 8.588 opzioni del 2018 a 11.218 nel 2019 (pari a 303.000 euro); nel 2020 sono stati 17.820 i cittadini che hanno selezionato i parchi nazionali per la quota del 5×1000 (pari a 517.000 euro); per poi raggiungere il picco nel 2021 con ben 20.762 (pari a 609.000 euro). Altro dato eloquente: sia nel 2020 che nel 2021 nessun parco nazionale ha registrato “zero preferenze”.
“È un chiaro segnale di attenzione e sensibilità nei confronti della difesa della biodiversità – commenta il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri – Quella del 5×1000 è una scelta consapevole, e addirittura abbiamo molti cittadini che non si fermano alla generica voce ‘parchi nazionali’ ma indicano la destinazione precisa, ovvero il parco dove abitano o a cui sono legati per vari motivi, a partire dalle emozioni che si vivono quando ci si immerge negli habitat naturali“.
Il merito va anche a una campagna promozionale azzeccata. Nel 2020 Federparchi aveva lanciato “Difendiamo la natura, insieme. Dona il 5 x mille ai Parchi nazionali italiani” con un video spot da quindici secondi, un concentrato di meraviglie, paesaggi, scenari mozzafiato e gemme naturalistiche. La campagna è stata rilanciata nei due anni successivi.
“Continueremo la nostra campagna di sensibilizzazione – prosegue Sammuri, che è anche presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano – augurandoci di poter far presto partecipare al 5×1000 anche i parchi regionali e le aree marine perché per tutelare la biodiversità occorre un sistema integrato di aree protette in quanto la natura non conosce confini, né geografici e né amministrativi“.
Fonte: Federparchi
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