Inquinamento

Troppo amianto a Grosseto, gli ecologisti: “A rischio la salute pubblica, subito la bonifica”

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Rifiuti di amianto a Grosseto (foto GrIG - Gruppo d'Intervento Giuridico odv)
L’associazione GrIG  ha inoltrato formale richiesta a Comune e Carabinieri Forestali: “Secondo la mappatura di ARPAT in diversi siti questo pericoloso materiale è ancora presente”. 

 

di Gabriella Congedo

GROSSETO – C’è ancora troppo amianto a Grosseto. In luoghi come impianti industriali, uffici e laboratori, una chiesa, dove rimane esposto agli agenti atmosferici con un serio pericolo per la salute pubblica.
A sollevare il problema è l’associazione ecologista GrIG – Gruppo d’Intervento Giuridico che prende le mosse dal rapporto ARPAT  Mappatura dell’amianto in Toscana. Dal quale si apprende che nella città di Grosseto l’amianto è presente in quattro importanti siti, tra i quali addirittura la stessa sede dell’agenzia:

* impianto industriale (3.760 metri quadri) Rete Automobilistica Maremmana Amiatina s.p.a. (via Topazio, 12);
* uffici e laboratori ARPAT (via Fiume, 35);
* impianto industriale San Lorenzo Laterizi s.r.l. (via Scansanese, 202);
* Chiesa della Parrocchia del Sacro Cuore (piazza Galeazzi, 1).

Facendosi portavoce della preoccupazione di molti cittadini il GriG – che interviene sempre in punta di diritto – si è messo in moto e ieri, 3 febbraio, ha inoltrato formale richiesta al Comune di Grosseto e ai Carabinieri Forestale affinché si proceda con la bonifica, informando il Ministero dell’Ambiente e la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto.

Che poi, a volerla dire tutta, la bonifica in questi casi non è un’opzione ma un preciso obbligo di legge che fa capo a dei responsabili, come spiega l’associazione: “l’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti sul suolo, nel suolo, nelle acque superficiali e sotterranee sono vietati (art. 192 del decreto legislativo n. 152/2006 e successive modifiche e integrazioni): il sindaco competente dispone con ordinanza a carico del trasgressore in solido con il proprietario e con il titolare di diritti reali o personali sull’area la rimozione dei rifiuti e il ripristino ambientale. Trascorso infruttuosamente il termine assegnato, provvede d’ufficio l’amministrazione comunale in danno degli obbligati”.

Le lastre di eternit in particolare, fatte da un impasto di cemento e amianto e per decenni ampiamente usate in edilizia, possono rilasciare fibre di amianto se abrase, perforate, spazzolate o se deteriorate, con gravi conseguenze per la salute delle persone che ne vengono a contatto. Sono sufficienti bassissime esposizioni per indurre un tumore polmonare, il mesotelioma pleurico.
Questi pericoli sono stati ignorati per anni e tanta gente è morta, e ancora muore, per aver inalato amianto. Ma oggi non ci sono scuse e c’è anche una legge (la n° 257 del 1992) che prescrive specifiche modalità per lo smaltimento. Bonificare subito dove l’amianto c’è ancora è un dovere per la tutela della salute pubblica.

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