I segnali di allarme non mancano, come nella zona del Prosecco. Tuttavia sembra non esserci ancora piena consapevolezza dell’urgenza del problema.
di Sandro Angiolini
9 giugno 2024
L’inizio dell’estate porta di solito con sé di alcune preoccupazioni in più per gli agricoltori, soprattutto per i coltivatori di vigne e oliveti. Riusciranno ad arrivare alla vendemmia senza incorrere in pesanti siccità? Questo è già un problema serio in molte regioni del Sud Italia, dove non si registrano piogge significative da molte settimane. Ricordo inoltre che nel nostro Paese si perde oltre il 40% dell’acqua nella rete di distribuzione; la cosa forse più impressionante è che il dato è rimasto sostanzialmente uguale nel corso degli ultimi 20 anni, come se non rappresentasse un problema per nessuno (per inciso, in Danimarca le società che gestiscono il servizio idrico e che registrano perdite superiori al 10% devono pagare una multa…).
Ma torniamo all’agricoltura, e in particolare ai vigneti. È infatti di ieri un interessante articolo pubblicato sul sito del quotidiano inglese The Guardian, dedicato ai crescenti danni che il cambiamento climatico sta creando nella zona di produzione del Prosecco.
Rispetto a Sicilia e Puglia lì hanno un problema opposto: le bombe d’acqua sempre più frequenti provocano fenomeni di erosione al terreno (normalmente posto su colline con discreta pendenza) difficilmente controllabili, con conseguenti e seri danni alle produzioni di uva; senza dimenticare le grandinate estive con “chicchi” di dimensioni mai viste prima. Nell’articolo si sottolinea come negli ultimi due anni il dibattito su questi temi si sia acceso, ma senza attivare ancora adeguate risposte operative concrete.
Gli esempi praticabili non mancano: dall’adozione di reti oscuranti per bloccare insolazioni eccessive e frenare grandinate pericolose, all’impiantare alberi dalla chioma abbastanza estesa per proteggere le viti ma dall’apparato radicale non troppo invasivo per non competere troppo con loro, a scegliere miscugli di piante per l’inerbimento controllato e ottimale degli interfilari rispetto all’esigenza di limitare l’erosione del terreno.
Uno studio apparso questa primavera sulla rivista Nature ha evidenziato come circa il 90% dei vigneti posti in tradizionali regioni della Spagna, Italia, Grecia e California meridionale è a forte rischio di scomparsa a causa degli effetti del cambiamento climatico. Forse è il caso di prepararci meglio e più in fretta anche in tutta la Toscana.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
Vedi a questo link
Aggiungi un commento