Le consultazioni per il nuovo Piano Rifiuti non convincono Zero Waste mentre arrivano timidi segnali per il riciclo dei rifiuti elettrici e del design.
di Marcello Bartoli
15 agosto 2022
FIGLINE VALDARNO (Fi) – La bacchetta magica per risolvere i problemi esiste solo nella favole, è ovvio, figuriamoci trovarne una per un problema complesso come quello del recupero circolare dei rifiuti. Al di là dei principi che guidano la necessità di non sprecare materie prime scarse e limitare i danni dell’inquinamento ambientale, esiste una moltitudine di gestori e di interessi che vivono in modo contraddittorio tra vecchio e nuovo mondo, fingendo di non vedere o non volendo contemplare affatto nuovi modelli di recupero, riuso, riciclo e riutilizzo.
La Regione Toscana ancora oggi ricorre per il 34 per cento al sistema delle discariche per lo smaltimento dei rifiuti urbani. La Giunta regionale si è posta l’obiettivo di abbassare questa percentuale al 10 per cento attraverso la costruzione di impianti di riciclo e riuso.
Dopo le consultazioni dell’assessore all’Ambiente Monia Monni per il nuovo Piano Rifiuti della Toscana Rossano Ercolini, presidente del Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori (Lucca), delle associazioni Zero Waste Europe e Zero Waste Italy, lo scorso maggio così commentava: “Le proposte pervenute alla Regione Toscana segnalano per l’ennesima volta la scelta di un modello di gestione dei rifiuti vecchio e alternativo all’economia circolare”.
Secondo il Nobel alternativo per l’Ambiente 2013 “Il problema strategico vero è che il gap toscano non è di tipo impiantistico ma è riferito alla scarsa diffusione delle buone pratiche Rifiuti Zero nelle aree del centro e soprattutto del sud della Toscana e la miopia dimostrata verso modelli industriali che statisticamente dimostrano di saper trasformare i rifiuti in materiali preziosi per i distretti toscani”.
La discarica di Podere Rota, ad esempio, nel Comune di Terranuova Bracciolini, è stata oggetto di conflitti tra cittadinanza e alcune amministrazioni locali da una parte e Regione e gestori dall’altra. La sua chiusura era prevista per fine 2021, come da mozione approvata a maggioranza in Consiglio Regionale dello scorso settembre, invece è poi slittata alla metà del 2022.
Una buona notizia sembra arrivare proprio da quest’area con il gestore Iren che ha annunciato qualche giorno fa la volontà di dar vita dalla seconda metà del 2023 al primo impianto in Italia per l’estrazione di metalli preziosi dai Raee, ovvero i rifiuti da apparecchiature elettriche e elettroniche. Parliamo di oro, argento, palladio e rame.
Nei giorni scorsi si è aggiunto l’annuncio che la Commissione europea ha finanziato con 200.000 euro il progetto Zero Waste Design che darà vita a una filiera di riutilizzo dei rifiuti del design per la creazione di nuovi prodotti a partire dalla Regione Toscana, capofila della proposta.
Le strade dell’economia circolare sono centinaia, come le tipologie di rifiuti e le modalità per riutilizzarli. L’importante è non perdere di vista che il modello lineare delle discariche e degli inceneritori dovrà giungere prima o poi al capolinea. La Decrescita felice teorizzata da Serge Latouche può inoltre fornire spunti interessanti per stili di vita più sobri e meno rivolti a un consumismo fine a sé stesso, padre degli sprechi e di un ricerca della felicità rivolta solo al possesso di beni materiali.
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