Seminario a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. L’assessore alla presidenza Vittorio Bugli: “Dati per le autorizzazioni ambientali all’interno di un unico archivio telematico”.
Ecoreati e loro contrasto, grazie anche al deterrente offerto da una legge, la 68 del 2015, che ha previsto per alcune fattispecie sanzioni pesanti e perfino il carcere. Se n’è parlato in un seminario a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, che ha concluso un percorso di formazione promosso da Legambiente assieme alla Regione e ad Anci Toscana.
La Toscana è sesta in Italia quanto a numero di ecoreati. Con 21 casi registrati nel 2017, mantiene una posizione alta anche per i delitti verso l’ambiente introdotti nel codice penale tre anni fa, ovvero inquinamento ambientale, impedimento di controllo, omessa bonifica e, pur mai verificatisi finora, disastro ambientale e traffico e abbandono di materiale radioattivo. Il numero dei reati è magari figlio, come sottolinea l’assessore alla Presidenza Vittorio Bugli, di una “maggiore propensione alla denuncia da parte dei toscani, che è un fatto positivo”. “Ma non può diventare una giustificazione” aggiunge. E occorre dunque lavorare su più fronti.
Sulla formazione anzitutto, spiega, ma anche sulla tecnologia. Come? Raccogliendo, ad esempio, in un database unico tutte le richieste e il rilascio delle autorizzazioni ambientali sulla scorta della procedura che la Regione già ha messo in piedi per gli appalti pubblici e che si è rilevata uno strumento utilissimo. “Due anni fa – ricorda Bugli – abbiamo ripreso la competenza della gestione delle autorizzazioni ambientali che era stata affidata alle Province. Questo ci ha consentito di dare uniformità di criteri e procedure a tutto il territorio regionale e, utilizzando uno stesso software, di poter raccogliere i dati all’interno di un unico archivio telematico”.
Alla Scuola Normale di Pisa la Regione ha affidato la stesura di un rapporto sulla criminalità organizzata che avrà, nel 2019, un focus specifico sugli ecoreati. “Non tutti gli ecoreati sono commessi dalle mafie – riflette Fausto Ferruzza, presidente regionale di Legambiente – Quello che li accomuna è il disprezzo del bene comune”.
Fonte: Regione Toscana
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