Le persone che frequentano le nostre botteghe possono diventarne parte attiva. Una “banca del tempo” dove ognuno mette a disposizione i suoi talenti.
Seconda puntata sul consorzio Toscana Biologica (www.toscanabiologica.it/). Perché una seconda puntata? Perché l’agricoltura segue le stagioni, e per parlare di agricoltura bisognerebbe parlarne almeno 4 volte l’anno, poi perché questo è stato un anno difficile di cambiamenti e vogliamo capire cosa è cambiato anche nel rapporto con il cibo.
È stato un anno che ci ha preso di sorpresa, nel giro di pochissimo tempo sono crollate le basi di sicurezza sulle quali avevamo sempre basato le nostre vite. Abbiamo cambiato le abitudini più radicate. Abbiamo dovuto ripensare la quotidianità. Abbiamo scoperto che la struttura dei grandi supermercati ha rischiato di non riuscire a soddisfare le richieste dei clienti: file di ore, giorni di attesa per avere il cibo a casa, lo scarseggiare di prodotti di base come le farine.
Abbiamo quindi riscoperto diversi modi di fare la spesa. Per fortuna c’era ancora una rete di piccole botteghe, di presidi territoriali che sono stati capaci di adattarsi velocemente alle mutate esigenze delle persone. Pochissime code, facilità nel sanificare i piccoli spazi, di cambiare l’aria in luoghi non nati per essere gestiti solo con condizionatori, porte e finestre sempre aperte. Numeri piccoli, che sono anche garanzia di ridotto rischio di contagio: in una bottega come Toscana Biologica ci passano dalle 50 alle 100 persone al giorno, ci lavorano 3 o 4 persone in tutto, che rispetto ai numeri di un supermercato (tra i 1000 e i 5000 clienti al giorno e decine di dipendenti in contemporanea) significano una riduzione fortissima del rischio di portare dentro il virus e quindi di incrociarlo facendo la spesa.
Le persone lo hanno capito, lo hanno apprezzato, sono tornate alle botteghe, sono tornate a fare il pane a casa, hanno riscoperto il piacere della cucina e del cibo buono e sano. Sono tornate a parlare con il commerciante, a chiedere informazioni sul tipo di grano più adatto, a scambiarsi la pasta madre, scoprendo che non tutto il cibo è uguale. Toscana Biologica nel suo piccolo con i suoi 2 negozi a Pisa (facebook.com/toscanabiologicapisa) e Firenze (facebook.com/ToscanaBiologica) ha partecipato a questo cambiamento, ha messo in piedi servizi di consegna a domicilio, di ordinazioni al telefono con ritiro davanti al negozio, ha fatto la spola con le aziende per far arrivare il cibo dalle campagne nelle città.
Ma Toscana Biologica non è solo un negozio, è un consorzio no profit di aziende biologiche toscane, uno spazio dove l’agricoltura, il cibo e le relazioni si fondono in un progetto unico.
A dimostrazione di questo parte quest’autunno il nuovo progetto di coinvolgimento diretto dei clienti per ampliare quello spazio che non è negozio, ma un luogo dove si collabora, si dedica del tempo, si viene coinvolti. Il suo nome dice già molto: “Io Sono ToBio”. Le persone che frequentano il negozio diventano parte attiva del negozio stesso, dedicando poche ore al mese al progetto e diventando parte del team di Toscana Biologica.
Come funziona
- Ci sono le persone con i propri talenti, le professionalità, le passioni.
- C’è Toscana Biologica, consorzio di aziende agricole.
- C’è un’associazione culturale, “Io Sono Tobio”, finalizzata a sostenere, comunicare, diffondere, spiegare il biologico locale, favorendo la vendita dei prodotti e la comunicazione con le aziende.
- C’è una convenzione tra l’Associazione e Toscana Biologica.
La convenzione
Se un socio di “Io Sono Tobio” dedica 3 ore in un mese all’associazione, Toscana Biologica riconosce a questa persona uno sconto del 10% su tutti i prodotti del negozio per tutto il mese.
Partiamo quindi dal concetto che Toscana Biologica, oltre a essere uno spaccio di prodotti di aziende biologiche toscane, vuole essere anche un megafono per far conoscere il mondo del Km0 biologico certificato. Serve quindi comunicazione, diffusione del messaggio, incontri e messaggi nel negozio. Tutto questo lo possono fare gli appassionati del bio, persone che capiscono che lo strumento “Toscana Biologica” è un facilitatore per diffondere la cultura del cibo e conoscere a fondo le filiere. Così nasce la sinergia tra un mondo di persone che vogliono mangiare bene, vogliono sostenere il settore, vogliono contribuire a sostenere e far conoscere il settore e il mondo agricolo di Toscana Biologica.
Ogni talento può essere utile in quest’ottica di “Banca del Tempo”. Se sai dipingere, se ti piace cucinare, se sai gestire una pagina social, se ti piace organizzare incontri, gite o degustazioni, se hai idee o capacità per “migliorare” Toscana Biologica puoi essere utile. Se poi un mese non hai tempo, non è un obbligo, è solo un’opportunità. Oltre allo sconto su tutta la merce esposta, facilmente comprensibile come valore, c’è poi il coinvolgimento diretto nella gestione del negozio. Puoi partecipare alle riunioni con i ragazzi o con le aziende, puoi conoscere le politiche dei prezzi, puoi suggerire aziende agricole o prodotti o pratiche commerciali.
È un modo per ripartire insieme, ripensando ancora al rapporto con il cibo e la sua filiera, e in questo periodo abbiamo bisogno di ripartenze.
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