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Tommaso Fattori (Sì): Toscana favorisca la filiera della canapa legale

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“La Toscana è stata la prima regione in Europa agli inizi del Duemila a promuovere un progetto pilota ma poi tutto si è arenato”.

 

Redazione

FIRENZE – La Regione intervenga per favorire la produzione e commercializzazione della canapa legale, attivandosi anche in Conferenza Stato – Regioni per assicurare continuità e coerenza normativa all’intera filiera. E’ quanto chiede una mozione presentata dal gruppo consiliare Sì-Toscana a Sinistra, affinchè “non si generino contrasti giurisprudenziali che finiscono per colpire un comparto in rapida ascesa, con importanti prospettive occupazionali e vantaggi ambientali”.

“La Toscana – ricorda il capogruppo Tommaso Fattori – agli inizi del duemila è stata la prima regione in Europa a promuovere un progetto pilota sugli aspetti produttivi e ambientali della coltivazione e trasformazione della canapa e la sua commercializzazione. Ma poi tutto si è arenato. Oggi l’articolo 8 della Legge 242/16 prevede che le Regioni possano promuovere azioni di formazione in favore di coloro che operano nella filiera della canapa e diffondere, attraverso specifici canali informativi, la conoscenza delle sue proprietà. Il comparto economico relativo alla cannabis light è in piena evoluzione, con 15 mila punti vendita in Italia e circa diecimila addetti”.

Fattori rimarca come lo sviluppo di un mercato legale della cannabis, in aumento anche in Toscana, abbia sottratto al mercato illegale gestito dalla criminalità organizzata dai 90 ai 170 milioni di euro all’anno, dato che una parte dei consumatori ha preferito acquistare cannabis legale presso i canali di vendita leciti. E una sentenza della Corte di Cassazione del 31 gennaio 2019 ha chiarito che non c’è nulla che impedisca la commercializzazione dei derivati della canapa purché siano rispettati i limiti di THC (il principio attivo, ndr) previsti dalla legge.

“Malgrado ciò – continua Fattori – l’ex Ministro degli Interni Salvini ha scatenato, quando era al Viminale, la sua personale crociata contro la canapa legale, mettendo in ginocchio un comparto economico e a rischio migliaia di posti di lavoro, attraverso un’interpretazione capziosa della legge del 2016, tradottasi in una nota ministeriale secondo cui l’agricoltore può coltivare la canapa nel rispetto del limite stabilito di THC ma poi i commercianti non potrebbero venderla, generando così un vero e proprio assurdo”.

Adesso è giusto che sia la Toscana, conclude Fattori, in quanto pioniera del mercato della canapa legale, a intervenire perchè sia fatta chiarezza sugli aspetti normativi e si definiscano finalmente i livelli massimi di residui di THC ammessi negli alimenti, “un provvedimento che la legge del 2016 prevedeva dovesse essere emanato circa tre anni fa, sul quale dunque il ritardo è enorme”.