Ecosistema

Tartarughe marine, si è schiuso il primo dei tre nidi toscani ma nascono solo 5 tartarughini

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Foto di Mario Ugo Consani - Wwf Alta Toscana

Su una covata di 100 uova 95 non si sono aperte. Il materiale sarà analizzato nei prossimi giorni per individuare le cause.

 

di Iacopo Ricci
9 settembre 2022

MARINA DI MASSA (Ms) – La nidificazione della tartaruga marina Caretta caretta in Toscana, evento ormai ricorrente dal 2013, quest’anno ha seguito un andamento del tutto nuovo. Infatti le tartarughe hanno nidificato per la prima volta nella parte più settentrionale della regione, ai piedi delle Alpi Apuane.

Nello specifico, si tratta di tre nidi accertati a Marina di Massa (leggi qui l’articolo) deposti forse da una sola tartaruga a distanza di circa 10 giorni l’uno dall’altro, all’interno di tre diversi stabilimenti balneari vicini tra loro: bagno Nical, Sport e Natura, Carol di Ponente. A Marina di Pietrasanta il 28 agosto sono state invece trovate le tracce di piccole tartarughe appena sgusciate dall’uovo ma non è stato possibile individuare la posizione esatta della camera d’incubazione.
Le nidificazioni sono state scoperte dai volontari del WWF Alta Toscana impegnati nel pattugliamento delle spiagge alla ricerca delle caratteristiche tracce lasciate da mamma tartaruga dopo la deposizione delle uova.

Ed è nel primo dei tre nidi accertati, quello del bagno Nical a Marina di Massa, che è avvenuta la prima schiusa: nella notte tra il 30 e il 31 agosto quattro tartarughine sono uscite dalla sabbia, un’altra la mattina del giorno seguente, per un bilancio complessivo di 5 emersioni. Trascorsi alcuni giorni senza uscite i tecnici di un gruppo scientifico che fa capo all’Università di Pisa hanno aperto il nido trovando all’interno 95 uova non schiuse. La covata complessiva era quindi di 100 uova e il successo di schiusa è stato molto basso, del 5%. Per capire come mai tutto il materiale è stato conservato e sarà analizzato nei prossimi giorni dai veterinari dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Pisa.

Qualche dubbio sulle probabilità di successo di questo nido l’aveva espresso a suo tempo l’associazione tartAmare di Grosseto che gestisce i nidi della Maremma: troppo vicino all’acqua (12 metri) e troppo a nord, in una zona di nidificazione nuova sulla quale manca la casistica. “Gli esperti di tartAmare – scrive l’associazione sulla sua pagina Facebook – come sempre, avevano espresso i propri dubbi al Coordinamento Regionale ma il gruppo che si è occupato del nido non ha ritenuto necessaria la misura di sicurezza della rilocazione delle uova in posizione arretrata. Le analisi che verranno effettuate nei prossimi giorni ci daranno, speriamo, alcune risposte sulla causa di scarso successo di questo nido”.

Intanto dalle parti di Marina di Massa stanno tutti col fiato sospeso aspettando la schiusa del secondo nido, deposto a poche centinaia di metri dal primo. Ormai è questione di giorni.