È accaduto all’Isola d’Elba nella notte tra il 23 e il 24 giugno. Legambiente: ecco cosa fare (e cosa non fare) se si avvista una tartaruga marina.
Redazione
24 Giugno 2022
ISOLA D’ELBA (Li) – Sarebbe stata la prima nidificazione accertata di tartaruga marina del 2022 in Toscana. E’ fallita per colpa dei flash importuni dei turisti, secondo un copione purtroppo già visto all’Isola d’Elba.
Nella notte tra il 22 e il 23 giugno, si apprende da Legambiente Arcipelago Toscano, una tartaruga (o forse più d’una) ha provato a nidificare sulla spiaggia di Lacona nel Comune di Capoliveri. Ma dopo tre tentativi, documentati anche dalle immagini, ha rinunciato ed è tornata in mare con il suo carico di uova.
Ecco cosa è accaduto. Mentre proprietario e custode dello stabilimento balneare Sun Beach si precipitavano per mettere in sicurezza il sito, allontanare i curiosi dalla tartaruga marina che stava saggiando la spiaggia e impedire che scattassero foto col flash, altri turisti, forse tedeschi, hanno illuminato la tartaruga con i cellulari per documentare l’evento. Risultato: l’animale, dopo diversi tentativi in più punti, si è rassegnato ed è tornato in mare senza aver nidificato. Chissà se lo si vedrà più da queste parti.
Per capire l’entità del danno bisogna tenere presente una cosa: non siamo in Calabria, qui in Toscana una nidificazione di Caretta caretta è un evento eccezionale: si parla di sei-sette nidi all’anno, quando va bene.
Dato che le tartarughe marine nidificano quando e dove ritengono più giusto e non è possibile pattugliare le spiagge con i volontari dal tramonto all’alba, Legambiente Arcipelago Toscano ricorda cosa bisogna fare se si avvista una tartaruga su una spiaggia all’Isola d’Elba:
– Chiamare immediatamente la Capitaneria di Porto/Guardia Costiera al 1530 e/o Legambiente Arcipelago Toscano (Isa 340 7113722);
– non avvicinarsi alla tartaruga in nidificazione;
– non scattare foto illuminando la tartaruga con i cellulari (a Lacona erano all’opera almeno 4 cellulari che illuminavano la tartaruga);
– non filmare la tartaruga illuminandola, né durante la risalita sulla spiaggia, né durante la deposizione, né quando ritorna in mare. Si tratta di un disturbo che causa un forte stress nell’animale che potrebbe decidere di non tornare più a nidificare sulla stessa spiaggia;
– segnalare il punto di possibile nidificazione e aspettare Capitaneria di Porto e volontari di Legambiente per la messa in sicurezza del nido.
A proposito di quanto accaduto sulla spiaggia di Lacona riportiamo un bell’intervento di Sergio Ventrella, ex referente regionale Osservatorio Toscano per la Biodiversità – OTB
La tartaruga marina Caretta caretta torna all’Elba
di Sergio Ventrella, ex referente regionale Osservatorio Toscano per la Biodiversità
Giugno, l’acqua si scalda e le tartarughe si avvicinano alla costa con il loro carico prezioso. Così quest’anno la spiaggia di Lacona per prima ha la fortuna di accogliere un grosso esemplare di questa specie (raggiungono anche 150 cm di carapace). La tartaruga, a cui qualcuno darà presto un nome, fuori dalla battigia, arranca sul peso del carapace, si trascina trasportando tra le 100 e 200 uova, si spera tutte fecondate. Un carico di più di tre kg, come un neonato per la partoriente.
Si inoltra almeno una decina di metri, se c’è spazio, per mettere in sicurezza il suo tesoro. Serve silenzio assoluto, e nessuna luce artificiale. Quando sceglie il punto si gira alla luna e scava con le pinne posteriori. Basta niente per farle cambiare idea, un sasso, un animale, un ostacolo non superabile e il tipo di sabbia.
Purtroppo a quell’ora il suo peggiore ostacolo sono i cacciatori di selfie, i maniaci dei social, pronti a scattare le foto del secolo, il video della vita pronto per i social. L’ignoranza non li fa riflettere sul danno che possono aver causato.
La tartaruga di Lacona, con i flash negli occhi, teme per il suo nido scoperto e compromesso, si sposta ma sembra punto che non depone più e si allontana. Lo sforzo è immane. Una deposizione dura tre ore e il ritorno in mare è un sollievo. Il suo carico di uova può essere disperso in mare o può essere salvato con un nuovo tentativo. Lo scopriremo presto, grazie all’osservazione e monitoraggio dei volontari di Legambiente e degli altri operatori.
Non sprechiamo più queste occasioni uniche per favorire il nostro ego! Giusto e utile documentare, ma dopo la deposizione. I laconesi possono vivere un’avventura, come quella del bagno Sergio a Marina di Campo di 5 anni fa.
I turisti vanno istruiti su tutto, anche i cani liberi possono essere un danno per un nido perché avvertono l’odore e scavano. Sono un pericolo anche i piccoli predatori: topi, gabbiani, volpi, ecc.
Vigiliamo tutti e aspettiamo una seconda occasione.
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