Ecosistema

Tagli di alberi in Toscana, il Wwf: “I boschi non ricrescono come il radicchio”

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Si chiede alla Regione un cambio di rotta: “Normativa forestale obsoleta e carente, basta una dichiarazione per tagliare a raso intere colline”. 

 

I boschi non ricrescono come il radicchio e quelli della Toscana sono sempre più spesso stravolti da tagli intensivi per ricavarne legna da ardere, anche nelle aree protette. L’accusa arriva dal WWF Toscana che nel seguente comunicato, in occasione della Giornata internazionale delle Foreste, chiede alla Regione Toscana un immediato cambio di rotta nella gestione forestale.

Oggi (21 marzo, ndr) è la Giornata internazionale delle Nazioni Unite per le Foreste, dedicata quest’anno alla produzione sostenibile e all’uso del legno per sostituire i prodotti plastici e accumulare carbonio in prodotti durevoli.
In Toscana siamo ancora purtroppo molto lontani dall’ottica di valorizzazione della produzione forestale: la maggior parte dei nostri boschi infatti (70%) è gestita a ceduo per ricavarne legna da ardere e cippato, con modalità di taglio intensive che, spinte dagli incentivi sulle biomasse, sempre più frequentemente stravolgono i nostri boschi, anche all’interno delle aree protette e dei siti Natura 2000, e sempre più spesso con modalità industriali a forte meccanizzazione. Complice anche una normativa forestale regionale obsoleta e carente, dove basta una dichiarazione per tagliare a raso intere colline, senza risparmiare neanche i corsi d’acqua, con il beneplacito degli uffici del Genio Civile il cui compito sarebbe invece quello di tutelare le funzioni ecologiche degli ecosistemi fluviali lungo i corsi d’acqua.

È quello che è emerso dalle numerose segnalazioni di cittadini e associazioni arrivate sul sito del progetto WWF Forests for life Toscana, che mostra la necessità di un immediato cambio di rotta nella gestione forestale toscana, ristrutturando le nostre foreste verso un tipo di gestione diverso dal ceduo, a partire dalle aree protette ma non solo. È noto infatti che la forma di governo a ceduo, in confronto all’alto fusto, è assolutamente inadeguata in termini di mantenimento e fornitura dei molteplici servizi ecosistemici fondamentali come la conservazione della biodiversità, la fissazione del carbonio, la regimazione delle acque, la produzione di acqua potabile, l’aspetto estetico del bosco, la sua fruizione per attività turistiche e ricreative, e la bellezza del paesaggio. Come chiede la strategia forestale europea, c’è bisogno di migliorare le nostre foreste e la loro diversità per preservarne la salute e la capacità di resistere ai cambiamenti climatici che ci aspettano.

Ci auguriamo che la politica regionale faccia un deciso cambio di rotta in nome dell’interesse pubblico e di una valorizzazione economica di lungo periodo, invece di rincorrere gli interessi immediati delle ditte boschive deregolamentando ulteriormente il settore forestale e paragonando i nostri boschi al “radicchio”, come successo non molto tempo fa in Consiglio regionale.

WWF Toscana

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