Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus sul taglio di 30 ettari: finalità economiche, non di gestione naturalistica. Ma i boschi non sono banali cataste di legna per le centrali a biomassa.
di Marcello Bartoli
ROCCASTRADA (Gr) – 30 ettari di bosco nella riserva naturale Farma sono stati tagliati senza la necessaria autorizzazione paesaggistica. L’accusa viene dall’associazione ecologista GrIG (Gruppo d’Intervento Giuridico onlus) e riguarda il contestato taglio di 30 ettari a Poggio Volpaio – Belegaio, nel comune di Roccastrada. Un bosco antico e ombroso fatto di alberi d’alto fusto: pini marittimi, lecci, querce da sughero.
Per saperne di più sui tagli, nel mese di giugno l’associazione ha inoltrato un’istanza di accesso civico all’Unione dei Comuni Montani delle Colline Metallifere. La risposta è stata che il taglio boschivo, incominciato a marzo, è munito di: dichiarazione di taglio; parere positivo di Valutazione di incidenza ambientale secondo il Piano di gestione forestale 2008-2022 della Regione Toscana; parere specialistico sugli aspetti naturalistici e studio propedeutico alla valutazione d’incidenza ecologica. Nessuna traccia di autorizzazione paesaggistica, che secondo l’associazione sarebbe stata necessaria in quanto la riserva naturale Farma è un’area protetta tutelata da vincolo paesaggistico. Tanto più che in questo caso, secondo il GrIG, il taglio boschivo sarebbe stato deciso non per finalità di gestione naturalistica ma per ragioni economiche.
“Un ulteriore, forte dubbio sulla legittimità del taglio – scrive l’associazione in una nota – è dato dal fatto che nel periodo primaverile ed estivo sono vietati tutti gli interventi che possano disturbare la riproduzione dell’avifauna selvatica (art. 5 della direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica). Il bosco rientra nella riserva naturale “Farma” e nel sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Val di Farma”. Ogni sensibile intervento di modifica deve essere autorizzato dopo la conclusione positiva di una specifica procedura di valutazione di incidenza ambientale”.
E a proposito della stessa area naturale protetta il GrIG e il GUFI (Gruppo Unitario per le Foreste Italiane) hanno inoltrato una seconda istanza di accesso civico per un nuovo taglio di bosco ad alto fusto (ontani, cerri, noccioli) lungo le sponde del torrente Farma presso l’antica diga medievale della ferriera di Rota, nel Comune di Monticiano (SI) (Leggi qui l’articolo)
“Sarebbe questo il metodo toscano di tutela dei boschi rientranti in aree naturali protette comunitarie, nazionali e regionali (parchi e riserve naturali), il taglio?” conclude il GrIG, che chiede l’intervento dei ministeri competenti per la difesa della riserva naturale e un sussulto di buon senso da parte della Regione Toscana e degli enti locali interessati “per la profonda revisione di un modo di operare deleterio per i boschi, l’equilibrio idrogeologico e la fauna selvatica. I boschi non sono banali cataste di legna per le centrali a biomassa, ricordiamocelo…”.
Io abito nel Parco Ticino zona Bereguardo, da un paio d anni vedo sparire i boschi di robinie e al loro posto ci sono subito dopo campi o risaie.
L anno scorso si sono tagliati i boschi vent annali di pioppi ma assieme venivano tagliate anche le robinie e altre piante, autotreni passavano ogni giorno sull unica strada che esce dal parco.
All interno e stata acquistata una tenuta da parte della Ferrero e per estensioni chilometriche ci sono soltanto noccioleti per produrre la Nutella.
Del parco di qualche anno prima e rimasto ben poco, molte risaie avvelenate, pioppeti, noccioleti.
Se vai a Motta o Besate non ci trovo più alberi lungo le strade e veramente desolante e siamo pure in un parco.
Nei boschi di robinie c erano fiori
rarissimi animali e funghi ma mi sembra
che vengano considerate biomasse…dal
parco stesso.
Credo che molti lavori di disboscamento vengano appaltanti ad imprese specializzate.
Massimo Borriero