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Sui fondali della Maremma migliaia di anfore di terracotta per salvare i polpi dall’estinzione

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Con la posa dei primi orci ha preso il via a Talamone il progetto ‘La casa dei polpi’. Testimonial d’eccezione l’attore comico Giovanni Storti. 

 

di Iacopo Ricci
1 maggio 2024

ORBETELLO (Gr) – Migliaia di anfore di terracotta posate sui fondali dell’Argentario dove i polpi potranno trovare un rifugio sicuro e un posto adatto per riprodursi. Si chiama ‘La casa dei polpi’ il progetto messo a punto dall’associazione La Casa dei Pesci e dal pescatore ambientalista Paolo Fanciulli con il supporto scientifico della facoltà di Scienze biologiche dell’Università di Siena. Obiettivo: salvare questi molluschi dall’estinzione. Testimonial d’eccezione l’attore Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, da tempo impegnato in campagne a favore dell’ambiente.

Ieri a Talamone è partita la fase pilota del progetto con il posizionamento dei primi orci sui fondali. Lunghi 25-30 centimetri, sono stati progettati da Beppe Anselmi e realizzati dal ceramista Claudio Pisapia. La loro efficacia sarà valutata dall’Università con un monitoraggio periodico così da definire numero e posizionamento delle tane.

Per Fanciulli, già ideatore del museo sottomarino “Casa dei pesci” e promotore di molti progetti contro la pesca a strascico illegale, l’iniziativa in favore dei polpi è di grande rilevanza.
Siamo partiti con la Casa dei pesci collocando in fondo al mare delle sculture di marmo per combattere la pesca illegale a strascico – sottolinea il pescatore – Ora abbiamo pensato di realizzare un’iniziativa per i polpi. Da qui l’idea di collocare sui fondali 20 mila anfore di terracotta così che i polpi vi possano trovare rifugio. I polpi sono in via di estinzione a causa delle moltissime trappole collocate per la loro pesca, noi cerchiamo di ovviare così”.

Paolo Fanciulli e Giovanni Storti
Paolo Fanciulli e Giovanni Storti

 

A causa della pesca industriale infatti il numero di questi molluschi lungo le coste della Maremma si sta riducendo drammaticamente. Le nuove tecniche, come i famigerati “barattoli” di Pvc, impattano moltissimo sulla specie soprattutto nel delicato momento della riproduzione.
«Il polpo è a rischio – racconta Letizia Marsili dell’Università di Siena -. Ha una vita breve ed è sottoposto a una caccia eccessiva. La quantità di risorsa ittica dall’avvento della pesca industriale è calata del 90%. Noi dobbiamo non solo mantenere, ma aumentare questa risorsa. La biodiversità del Mediterraneo è eccezionale, quasi al pari dell’oceano Atlantico”.

Nel progetto sono coinvolte anche le scuole: in particolare gli studenti del liceo artistico di Arezzo a fine anno scolastico doneranno 80-90 anfore.
La scelta degli orci di terracotta non è casuale. «La pesca del polpo con l’anfora è una pratica millenaria – spiega il presidente della Casa dei Pesci Giovanni Contardiveniva fatta anche da Greci e Romani. Vogliamo offrire ai polpi tane artificiali, sia un rifugio che un posto adatto alla riproduzione. L’idea è quella di metterne in acqua migliaia».

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