Il Tribunale amministrativo del Lazio ha bocciato la Valutazione di impatto ambientale del 2010 che autorizzava la Edison a costruire l’impianto all’interno dello stabilimento Solvay.
di Iacopo Ricci
ROSIGNANO MARITTIMO (Li) – Il nuovo rigassificatore di Rosignano Marittimo quasi certamente non si farà. Una sentenza del Tar del Lazio ha annullato il decreto di VIA (Valutazione di impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente con il quale, nel 2010, era stata dichiarata la compatibilità ambientale del progetto della Edison di costruire un grande rigassificatore di gas naturale liquefatto (capacità 8 miliardi di metri cubi/anno) all’interno dello stabilimento Solvay di Rosignano Marittimo.
La sentenza mette la parola fine a una battaglia giudiziaria durata nove anni che ha visto in prima linea il Comitato per il no al rigassificatore di Rosignano sostenuto dal Forum Ambientalista e dal WWF Italia.
“Questa sentenza porta in pratica all’azzeramento dell’intero progetto di Edison – dichiarano in una nota congiunta Comitato per il No, Forum ambientalista e Wwf – e supera, assorbendolo, il provvedimento con il quale lo stesso giudice aveva recentemente annullato un decreto del ministero dell’Ambiente del luglio 2017 che sottraeva alla procedura di VIA l’ultima variante al progetto del rigassificatore presentata da Edison nel 2016”.
In quest’ultima variante, appunto, Edison aveva previsto di costruire il rigassificatore all’interno dell’area industriale “senza fornire adeguate garanzie – prosegue la nota – sullo spostamento del deposito di etilene dall’area costiera di San Gaetano”.
Del resto anche la Regione Toscana aveva espresso parere negativo all’impianto, specifica la sentenza del Tar del Lazio, perché in contrasto con il piano di indirizzo energetico regionale che prevedeva di soddisfare il fabbisogno di gas metano attraverso un solo rigassificatore, “tenuto conto in particolare delle esigenze di sicurezza delle comunità locali interessate e che era già stata autorizzata la realizzazione di un rigassificatore nel territorio del Comune di Livorno”.
La VIA, in definitiva, “avrebbe dovuto contemperare i molteplici interessi in causa, tutelando le caratteristiche ambientali, turistiche, economiche e sociali della costa toscana. Obbiettivo raggiungibile solo evitando la collocazione di un secondo rigassificatore, tenuto conto anche delle interferenze che l’opera in esame avrebbe avuto sullo sviluppo del turismo e della nautica da diporto”.
Tutto lascia pensare che la storia del nuovo rigassificatore sia arrivata al capolinea. Intanto esultano il Comitato per il No e le associazioni ambientaliste, che adesso hanno delle buone ragione per festeggiare.
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