Il progetto, nato dalla collaborazione tra Revet e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è stato presentato a Bruxelles in apertura della European Green week.
PONTEDERA (Pi) – Stadi più ecologici grazie ai seggiolini fatti al 30-40% di plastica riciclata. L’economia circolare entra nel mondo del calcio con l’innovativo progetto sviluppato in sinergia tra la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’azienda toscana Revet, leader nella gestione integrata del ciclo dei rifiuti.
Il progetto è stato presentato in questi giorni a Bruxelles dove è in pieno svolgimento l’European Green Week, l’appuntamento annuale per discutere di politiche ambientali con interventi e contributi da tutto il mondo. Quest’anno l’apertura era dedicata proprio ai progetti di riconversione ecologica del mondo del calcio.
In questo contesto Revet, su invito dell’Istituto di Management della Sant’Anna che sta coordinando il progetto Life Tackle sulla sostenibilità ambientale degli eventi calcistici, è stata chiamata a raccontare la sua esperienza: nelle prossime settimane infatti saranno pronti i primi seggiolini al mondo realizzati con le plastiche miste delle raccolte differenziate toscane, selezionate da Revet e riciclate da Revet Recycling. Il primo stadio a esserne dotato sarà quello di Pontedera, dove le 3.000 sedute saranno sostituite con altrettanti seggiolini realizzati riciclando il plasmix (imballaggi di plastiche miste raccolti in modo differenziato dai cittadini toscani).
“Trattandosi di un progetto per il momento unico – ha spiegato l’amministratore unico di Revet Recycling, Emanuele Rappa – stiamo lavorando alla riduzione dei costi per unità di prodotto in modo da rendere il prodotto finale competitivo non solo ambientalmente, ma anche economicamente, con quello realizzato al 100% in materiale vergine”.
Partendo dal materiale vergine che viene attualmente usato per le sedute degli impianti sportivi, Revet Recycling ha cercato un materiale compatibile con il proprio granulo riciclato in modo da formare una miscela che avesse le stesse caratteristiche del materiale di partenza e che garantisse il rispetto delle norme europee V2 adottate dalla Fifa.
“Il progetto Life Tackle vuole diffondere le pratiche ambientali nel mondo del calcio, contesto in cui solo pochi pionieri stanno iniziando a puntare sulla sostenibilità ambientale – ha aggiunto il professor Marco Frey della Scuola Superiore Sant’Anna, responsabile scientifico del progetto – Oltre allo stadio di Pontedera alcuni importanti stadi nazionali ed europei come il Marassi di Genova, lo stadio del Real Betis di Siviglia e quello di Porto in Portogallo hanno già aderito al progetto Tackle”.
Il progetto, informa Revet in una nota, consente di ridurre dal 30% al 40% il prelievo di materie prime dall’ambiente riducendo l’impatto ambientale dell’industria del petrolio. Inoltre impiegare il 30% o 40% di plastiche miste riciclate raddoppia la vita utile di questi materiali, sottraendo all’inceneritore o alla discarica una frazione di rifiuto difficile da gestire.
Fonte: Revet, Scuola Superiore Sant’Anna
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