Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Sotto i nostri piedi: riflessioni sulla Giornata mondiale del Suolo

Giornata Suolo_Toscana-ambiente

Dovremmo prendercene molta più cura. Un solo dato per tutti: ci vogliono in media 500 anni per formare uno strato di 2,5 centimetri di terreno.

 

di Sandro Angiolini

soil-day-2021-posterTra le tante giornate dedicate a un tema particolare forse vi sorprenderà sapere che oggi, 5 dicembre, è quella dedicata al Suolo. È anche una delle più giovani, dato che è stata istituita dall’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Agricoltura (FAO) solo 7 anni fa. Proviamo a ragionarci un po’ sopra.

Noi di solito ci muoviamo e agiamo senza preoccuparci granché di quello che sta sotto i nostri piedi. Camminiamo, andiamo in auto, lavoriamo e ci divertiamo interagendo soprattutto con i nostri simili e con gli ambienti che abbiamo costruito. Tutto questo si appoggia a un suolo. Che in realtà non è inerte, statico (tranne rare occasioni), ma vivo e soggetto a varie dinamiche. Di tutto questo ce ne dimentichiamo, spesso a nostre spese. Un solo dato per tutti: ci vogliono mediamente 500 anni per formare uno strato di 2,5 centimetri di terreno.

In agricoltura, per esempio, si è creduto per decenni che bastasse rimpiazzare la perdita di fertilità naturale dei terreni con fertilizzanti sintetici: non sempre funziona, come promettono le case venditrici di questi prodotti, anche perché la reale disponibilità delle sostanze contenute nei fertilizzanti dipende dall’equilibrio che c’è nel suolo tra microflora e microfauna. Conforta sapere, al riguardo, che la Toscana è oggi una delle regioni d’Europa con la più alta diffusione di aziende biologiche, il cui sistema di coltivazione pone al centro, appunto, la tutela delle proprietà del suolo.

Nel settore delle opere civili il suolo viene trattato tendenzialmente come substrato puro, come spazio vuoto da riempire. Infatti siamo tuttora il Paese con uno dei più alti tassi di consumo del suolo al mondo, e anche nel 2019 perdevamo in media 2 mq/secondo di suolo. In Toscana andiamo leggermente meglio della media nazionale (vedi Consumo di suolo: i dati SNPA per la Toscana), ma andando in giro per la regione a me sembra di notare troppo spesso ex-aree artigianali e/o industriali semi abbandonate che, oltre a rappresentare un discreto pugno nell’occhio, sono un indubbio e inutile spreco di suolo da riconvertire presto ad altre destinazioni.

E vogliamo parlare delle nuove lottizzazioni abitative? Fino a pochi anni fa, quando si realizzava un nuovo quartiere, l’ultima cosa a cui si guardava era spesso proprio la cura degli spazi verdi attorno: un pratino e via. Per fortuna l’aumento di sensibilità generale verso questi temi (a cui la pandemia ha dato una forte spinta) ha fatto sì che oggi ci si stia mediamente più attenti, ma si può decisamente migliorare.

Infine una nota sulla cura e la gestione delle aree attorno a fiumi e torrenti, particolarmente sensibili come equilibrio idrogeologico. A me risulta che, in molte zone del sud della Toscana, i vari interventi di ripulitura e di salvaguardia dalle alluvioni siano condotti senza il supporto di alcuno strumento di programmazione impostato su basi scientifiche e di un monitoraggio attento dell’evoluzione degli ambienti (compreso il suolo) su cui si opera. Come questo possa contribuire alla loro salvaguardia nel tempo rimane un mistero…

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.