Sette i Comuni che hanno presentato il progetto al ministero dell’Agricoltura. Il distretto potrebbe diventare uno dei più grandi d’Europa.
Redazione
3 aprile 2023
GROSSETO – L’esigenza dei consumatori di acquistare cibo buono e sano sta dando notevole impulso al settore del biologico nonostante un nutrito gruppo di associazioni e comitati sostenga che una modifica inserita di straforo nel Piano Strategico Nazionale della nuova PAC (Politica Agricola Comune) 2123-2027 rischi di bloccare di fatto l’espansione dell’agricoltura biologica, facendo ritornare indietro la Sau certificata di diversi punti percentuali.
In Toscana quest’anno sono comunque arrivati due riconoscimenti ufficiali della Regione: il distretto biologico del Montalbano e quello del Chianti. Le due nuove realtà si sono aggiunte ai tre distretti già esistenti: il distretto biologico di Fiesole nato il 27 luglio 2021, il distretto biologico della Val di Cecina riconosciuto il 13 luglio 2022 e a quello di Calenzano riconosciuto il 15 settembre 2022.
Nel frattempo si registra un’accelerata per un altro distretto, quello della Maremma, che dovrebbe nascere la prossima estate. Il progetto è stato consegnato alcuni giorni fa al sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra da una delegazione guidata dal sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna e dai parlamentari Fabrizio Rossi e Simona Petrucci.
L’incontro è stato utile anche per valutare possibili forme di sostegno economico visto che i distretti biologici, ad oggi, risultano ancora esclusi dall’accesso alle risorse pubbliche.
Quello della Maremma vede sette Comuni fondatori: Grosseto, Capalbio, Castiglione della Pescaia, Magliano in Toscana, Manciano, Orbetello e Scansano. La parte pubblica sarà affiancata dal coinvolgimento di Cia, Coldiretti, Confagricoltura e del Coordinamento Toscano Produttori Biologici.
Il distretto maremmano potrebbe diventare uno dei più grandi d’Europa con oltre 1250 aziende agricole che potrebbero fruire dell’opportunità di un marchio comune, valorizzando le eccellenze lontano dalle macro industrie, dallo sfruttamento indiscriminato del suolo e dall’alto impatto ambientale.
E’ utile ricordare che la norma di riferimento per i distretti biologici è la legge regionale n° 51 del 2019, secondo la quale si tratta di un sistema produttivo locale “a spiccata vocazione agricola biologica che rispetta i criteri di sostenibilità ambientale, conservazione del suolo agricolo e tutela dell’agrobiodiversità” e si costituisce mediante un accordo tra soggetti pubblici e privati che “operano in modo integrato nel sistema produttivo locale”.
Le regole per diventare distretto biologico
Tre sono i vincoli che la Regione Toscana ha posto per ottenere il riconoscimento:
– presenza di una superficie condotta con metodo biologico pari almeno al trenta per cento rispetto alla superficie agricola utilizzata.
– l’adesione di almeno 3 imprenditori agricoli biologici iscritti nell’elenco pubblico degli operatori dell’agricoltura e dell’acquacoltura biologiche che operano sul territorio del distretto o, se presente sul territorio, un’associazione in cui siano presenti almeno tre imprenditori agricoli biologici iscritti;
– l’adesione di un terzo dei Comuni del territorio del distretto, che si devono impegnare ad adottare politiche di tutela dell’uso del suolo, di riduzione della produzione di rifiuti, di difesa dell’ambiente e di promozione delle produzioni biologiche e di difesa e sviluppo dell’agrobiodiversità.
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