Ecosistema

Sono nati a Castiglione della Pescaia i primi tartarughini del 2021 in Toscana

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Uno dei primi tartarughini esce dal nido (foto tartAmare)

Sono cinquantuno quelli usciti (con un po’ di ritardo) dal primo nido scoperto a fine giugno su un lido della cittadina maremmana.

 

di Iacopo Ricci

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (Gr) – Tartarughe marine, il miracolo delle nuove nascite si è rinnovato anche quest’anno. Nella notte tra domenica e lunedì è avvenuta la prima schiusa del 2021 in Toscana. Dal nido scoperto il 25 giugno su una spiaggia di Castiglione della Pescaia, alla debole luce di una luna calante, 51 tartarughini hanno scavato con tutte le loro forze per poter uscire dalla sabbia, che con il suo calore li ha protetti negli ultimi 64 giorni, e dirigersi velocemente in mare.

Ne dà notizia l’associazione tartAmare, che si occupa dei nidi della Maremma. “È stata come sempre un’emozione indescrivibile osservare questi esserini “correre” letteralmente verso l’acqua, quasi come fossero attirati da una forza primordiale verso il loro elemento naturale, e sparire poi tra le onde” raccontano i volontari.

Sembra che le tartarughe marine abbiano una predilezione per i lidi di Castiglione della Pescaia, che ospitano quest’anno due delle cinque nidificazioni scoperte in Toscana; ancora meglio è andata nel 2020 quando la cittadina maremmana ha potuto vantare quattro nidi su un totale di sei a livello regionale.
Per quanto riguarda gli altri nidi toscani di quest’anno, ancora in attesa di schiudersi, oltre al secondo di Castiglione della Pescaia ce ne sono due a Rosignano Marittimo e Castiglioncello (LI), uno a Marina di Grosseto (GR).

La schiusa di questo primo nido era prevista all’incirca per la notte di San Lorenzo e invece è avvenuta con un po’ di ritardo rispetto ai tempi stimati, arrivando ben al 65esimo giorno di incubazione. Per lo staff scientifico di tartAmare si tratta di un dato prezioso per studiare e comprendere i dati di un fenomeno, quello delle tartarughe marine in Toscana, ormai sistematico ma che sembra tuttavia presentare delle differenze nei tempi di sviluppo degli embrioni rispetto a ciò che avviene nelle regioni del Sud Italia.

Ma l’interesse scientifico nulla toglie alla commozione per una magia che si rinnova: “Quello che resta a noi volontari è l’emozione di poterle aiutarle, almeno nei primissimi minuti della loro vita, e la speranza che, nonostante il loro futuro sia ricco di sfide per la sopravvivenza e di pericoli, possano comunque diventare adulte e dare vita ad altre generazioni di tartarughine”.

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