Riflessioni sulla prima versione del Piano nazionale di spesa del Next Generation EU. Deludente per quanto riguarda gli aspetti ambientali (e non solo).
di Sandro Angiolini
Questa settimana sono usciti due documenti molto importanti, in parte per aspetti complementari: la prima versione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), in pratica il disegno generale su come spendere circa 200 miliardi di euro in arrivo dall’Europa; – e il rapporto della Commissione Europea sullo stato del raggiungimento dei SDGs (Sustainable Development Goals), cioè degli Obbiettivi globali di Sviluppo Sostenibile fissati dall’Agenda delle Nazioni Unite per il 2030.
Come se non bastasse, l’ultimo Consiglio Europeo ha anche deciso di tagliare del 55% entro il 2030 le emissioni di gas serra dei Paesi dell’Unione. Una settimana intensa quindi, per questo mi soffermerò soprattutto sul primo documento, riservandomi di tornare sugli altri la prossima settimana.
Sarò breve: il testo del PNRR è deludente per quanto riguarda gli aspetti ambientali (e non solo…). In pratica il grosso della spesa complessiva viene riversato su trasporti, logistica ed efficientamento energetico degli edifici, lasciando poco spazio a progetti e iniziative ben più innovative. Se il Next Generation UE doveva servire, per esempio, a frenare l’uscita dei giovani Italiani (laureati e non) verso l’estero, che negli ultimi 10 anni ha toccato la ragguardevole cifra di circa 250.000 persone, dubito che ci riuscirà.
Prendiamo per esempio il capitolo dedicato alla “Transazione energetica”, sulla carta uno dei più qualificanti dell’intero Piano. La dotazione è di oltre 74 miliardi, ma viene destinata soprattutto “all’isolamento termico/coibentazione degli immobili” (per oltre il 55% della spesa), al potenziamento delle energie rinnovabili, al miglioramento della logistica per il ciclo dei rifiuti. La somma destinata agli interventi di tutela del territorio e della risorsa idrica è ridotta, e appare concentrata su interventi “datati”: riforestazione e un non meglio definito “miglioramento della governance del servizio idrico integrato”.
Ho letto anche il capitolo intitolato “dalla Ricerca all’Impresa”, a cui si destinano solo 9 miliardi: anche qui poco coraggio, e nessun cenno a sostenere con forza start-up giovanili e, più in generale, una cultura del fare impresa aggiornata ai molteplici bisogni del XXI secolo.
Anche il capitolo rivolto alla Pubblica amministrazione si concentra sugli aspetti della digitalizzazione, senza entrare nel merito di una riforma reale e profonda del suo funzionamento (che ad occhio richiede qualcosa di più di qualche pc o server in più). È di poche settimane fa, per inciso, la giusta preoccupazione espressa da Sabino Cassese su come sono stati impostati i bandi per le nuove assunzioni previste nel settore: in tutti domina la richiesta di conoscenze amministrativo-giuridiche senza preoccuparsi anche di figure manageriali e/o tecniche di altro tipo, di cui c’è estrema necessità.
Così si va poco lontano. Appare evidente che la principale preoccupazione di chi ha steso il Piano è di erogare il più rapidamente possibile i soldi europei, evitando imbarazzanti avanzi di spesa da qui al 2026. Ma da qui a produrre un documento così debole ce ne corre. L’unica speranza è che questa versione possa essere significativamente rivista, arricchita e qualificata prima di essere inviata nella sua veste finale a Bruxelles…
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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