A piedi nudi nel giardino di casa possiamo fare un viaggio ai confini del mondo.
di Dario Boldrini
Secondo voi la realtà può superare la fantasia? Ho fatto un sogno a occhi aperti, un viaggio ai confini del mondo restando scalzo a pochi passi dalla porta di casa e, così, mi sono innamorato.
Maggio. In giardino i fiori di iris lasciano il posto alle rose e nell’orto le borragini e le calendule si alternano alle verbene. L’erba fresca sotto i piedi nudi e una leggera brezza che accarezza il collo. Ancora un mese al solstizio d’estate, eppure arriva l’odore del mare e dell’elicriso. Il sole dolce del mattino armonizza i pensieri e distende il corpo, risvegliandolo dal torpore del sonno. Si attivano delicatamente tutti i “sensori” del corpo e della mente. Battito e respiro danzano in risonanza.
Siamo troppo concentrati sui lavori stagionali di sfalcio dei prati, semine nell’orto, trattamenti antifungini dei frutti, che non ci concediamo neanche il tempo per gustare le more di gelso che maturano di giorno in giorno, soffiare i semi del tarassaco esprimendo desideri o semplicemente godere delle generose meraviglie offerte dalla natura che ci circonda. Avete notato il lento ritorno dei papaveri nei campi di grano e lungo le strade? E il caprifoglio o la rosa canina che si elevano al confine dei boschi nelle macchie di rovi e ginestre?
In Toscana siamo fortunati, come in molte regioni d’Italia, perché possiamo contemplare certe meraviglie a pochi passi dalle città e l’atteggiamento della società moderna che tiene a distanza le piante e gli alberi dai quartieri urbani non ha preso troppo il sopravvento. Nonostante questo c’è molto da fare per superare quel concetto di paesaggio passivo come una cartolina con una visione attiva e immersiva dell’uomo con gli altri esseri viventi.
Non c’è da porsi al centro o al di sopra della natura e neppure di fronte o contro di essa ma dentro, con tutta la bellezza selvaggia intrisa di simboli alchemici della nostra essenza più autentica. Resistere all’alienazione dell’uomo dalla natura si può con una semplice e sana coscienza planetaria, spettatori curiosi delle opere perfette di Madre Terra.
Non solo, le evidenze scientifiche confermano le straordinarie intelligenze vegetali, la possibilità di salvare il pianeta con un approccio di cooperazione per rigenerare i luoghi sottratti all’ecosistema e permettere un futuro ai nostri figli. Sappiamo che le piante sono dotate di sensi più sofisticati dei nostri, che percepiscono le frequenze e la nostra presenza come del resto quella degli insetti, degli uccelli, dei lombrichi. In un complesso e meraviglioso mondo interconnesso ci basterebbe ricordare questo: siamo una piccolo capolavoro di questa perfezione. Con questa consapevolezza possiamo cambiare il mondo dal nostro piccolo giardino di casa.
Il brulicante giorno di maggio lascia spazio al profumo della notte in cui le prime lucciole mi conducono al limite dell’oliveto, al portale oltre il quale il sogno finisce e ha inizio una nuova realtà.
Ecco, finalmente, la resa dell’uomo e della donna. L’abbraccio eterno d’amore fra esseri viventi. La realtà che supera il sogno di una notte di inizio estate.
Dario Boldrini è nato e vive a Montespertoli (Fi). Dopo 12 anni di lavoro in uno studio di Architettura del Paesaggio di Firenze (ha progettato alcuni dei primi orti urbani) ha scelto di vivere nel podere di famiglia San Ripoli dove ha fondato l’associazione Seminaria. Un progetto che spazia dalla creazione di orti e giardini ai laboratori di orticoltura per bambini e adulti, dalle spirali di erbe aromatiche ai seminari di orti creativi.
Appassionato divulgatore, ha realizzato centinaia di servizi per il programma GEO di RAI 3 in giro per l’Italia. Il suo progetto della Terza Piazza a Firenze (Coop di piazza Leopodo) è diventato un modello di aggregazione sociale.
“Giardiniere planetario” è una qualifica ereditata da Gilles Clèment, agronomo e paesaggista francese.
www.darioboldrini.net
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