Dopo la notizia che la bioplastica non può essere riciclata insieme all’organico il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti e Roberto Marini del Wwf Toscana scrivono ad Alia.
“Chiedo di convocare in tempi rapidi un tavolo di lavoro condiviso tra i maggiori attori coinvolti sulla gestione del corretto smaltimento dei compostabili – dichiara il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti – ma anche l’elaborazione di una strategia che permetta di uscire dall’empasse del sacco indifferenziato nel breve periodo e di strutturare soluzioni durature. E’ necessario inoltre progettare una filiera di trattamento e trasformazione in residuo organico integrando processi e impianti aerobici e anaerobici, così da poter ottenere compost e scongiurare ogni forma di incenerimento, discarica o ritorno alla plastica convenzionale”.
“La notizia di conferirli nella frazione indifferenziata, fuori da ogni percorso virtuoso di riciclo e contravvenendo all’indicazione che il compostabile vada messo nell’organico – prosegue il sindaco nella sua lettera – apre uno scenario di incertezza, che ci fa retrocedere rispetto agli obiettivi di economia circolare che tende a trasformare i rifiuti in nuove risorse. Il rischio maggiore però è di vanificare gli sforzi immani di cittadini e amministrazioni pubbliche che si stanno adoperando in campagne di sensibilizzazione e provvedimenti concreti per promuovere la strategia ‘plastic free’ per salvare il pianeta da una delle maggiori minacce, l’invasione di rifiuti plastici negli oceani e sparsi nell’ambiente ad ogni latitudine”.
Il sindaco Prestanti ha poi spiegato come da un rapporto del CIC, il Consorzio Italiano Compostatori, il cui compito è quello di monitorare la raccolta differenziata dell’organico di qualità che permetta l’effettivo recupero degli scarti organici negli impianti di trattamento biologico, si afferma che “la quasi totalità degli impianti accetta e gestisce la presenza di manufatti in plastica compostabile nel flusso organico conferito, sia nel caso di processi biologici di solo compostaggio che nei processi integrati digestione/compostaggio”.
“Credo che la posta in gioco non sia banalmente decidere in quale bidone smaltire un piattino o un bicchiere usa e getta – conclude Prestanti – ma porre attenzione verso questioni cruciali per il nostro futuro, ovvero scegliere un percorso di economia circolare, dove si riducono il consumo di materie prime e l’emissione di gas serra e, proprio come in natura, perseguire la rigenerazione di ogni nostro scarto, rendendo lo sviluppo sostenibile per l’ambiente e per la salute dei suoi abitanti”.
Il delegato regionale Wwf per la Toscana Roberto Marini da parte sua chiede che Alia sia più chiara: “Alia asserisce che gli imballaggi di bioplastica (ad esempio il materbi) non possono essere riciclati insieme all’organico raccolto dai cittadini e che vengono smaltiti separatamente, insieme alla plastica “tradizionale”. Il Wwf chiede perché questa problematica non sia stata opportunamente spiegata alla cittadinanza, al fine del corretto conferimento dei rifiuti organici”.
“Se passa il messaggio, spesso ripreso da più parti (quelli che non vedono di buon occhio la raccolta differenziata) che “tanto tutto va a finire nel calderone”, l’effetto può essere dirompente – conclude Marini. Come Wwf siamo promotori di un’importante campagna nazionale di “Plastic free” per l’uso di materiale alternativo e biodegradabile; peraltro anche le grandi catene di distribuzione si stanno sempre più attrezzando in tale senso e alcune hanno addirittura smesso di commercializzare alcuni prodotti plastici di usa e getta, prediligendo il materiale bio.
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