E ARPAT, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, è sull’orlo del collasso e rischia di non poter più garantire molte delle attività e delle competenze necessarie a uno sviluppo sostenibile della Toscana.
Sui reati ambientali in Toscana i sindacati lanciano l’allarme. L’inchiesta denominata “Dangerous trash”, condotta dalla Procura di Firenze su alcune imprese dell’area livornese per traffico di rifiuti e truffa ai danni della Regione Toscana, è solo l’ultima in ordine di tempo e segnala una sempre più preoccupante illegalità in campo ambientale anche in Toscana, nonostante l’impegno delle Forze dell’ordine. Preoccupazione che è rivolta anche ai dipendenti di quelle stesse imprese che oggi vedono incolpevolmente a rischio il posto di lavoro, prime vittime del sistema di “profitto” a danno dell’ambiente.
I sindacati chiedono di individuare soluzioni affinché la tutela dell’ambiente non si trasformi in perdita di posti di lavoro e di salario: il presidio della legalità, la tutela della salute dei cittadini e una buona occupazione sono i 3 elementi cardine di un sistema industriale che la Regione Toscana deve far camminare insieme.
Preoccupa anche la situazione di Arpat, l’agenzia regionale di protezione ambientale. Negli ultimi 6 anni i finanziamenti sono scesi da circa 55 milioni di euro a meno di 47 (-15%) e il personale è diminuito da 771 dipendenti a 669 (-14%). Negli ultimi anni, inoltre, la Regione ha fortemente limitato sia le risorse per la formazione e l’aggiornamento tecnico-scientifico del personale sia gli investimenti per il rinnovo della strumentazione di laboratorio e l’acquisto di autovetture.
Oggi l’Agenzia è sull’orlo del collasso, commentano i sindacati, e senza un reale cambiamento nelle politiche regionali non potrà più garantire molte delle attività e delle competenze necessarie a uno sviluppo sostenibile della Toscana: non basta riorganizzare, si deve investire.
Una grande occasione di rilancio può essere la modifica della legge regionale su Arpat (LR 30/2009), atto necessario per recepire la riforma nazionale delle Agenzie ambientali (L. 132/2016), ridando autonomia all’Agenzia, stabilendone ruoli e compiti chiari, eliminando vincoli economici e permettendo un rinnovamento del personale e della strumentazione, anche attraverso nuove forme di finanziamento.
Questo è quello che chiedono i lavoratori e le lavoratrici dell’Agenzia, questo è quello che serve per la tutela dell’ambiente, questo è quello che deve fare chi ha la responsabilità di decidere per i cittadini toscani.
Fonte: CGIL CISL UIL Toscana
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