Finanziamento europeo di 5 milioni di euro a “Plastic Busters MPAs”, coordinato dall’Università di Siena. E’ il primo progetto su scala mediterranea per affrontare il problema dei rifiuti marini.
SIENA – L’allarme degli scienziati per l’altissimo livello di inquinamento da plastica nel Mediterraneo viene accolto dalle istituzioni europee: Interreg Europe, il fondo dell’Unione Europea per lo sviluppo regionale, ha approvato e concesso un importante finanziamento al progetto “Plastic Busters MPAs”, dedicato alla tutela delle aree protette del Mediterraneo, alla valutazione dell’impatto delle plastiche e delle microplastiche sulla fauna marina, alla definizione di azioni comuni di lotta all’inquinamento.
Il progetto deriva da Plastic Busters, iniziativa dell’Università di Siena e dei suoi ricercatori di ecolologia marina ed ecotossicologia ambientale, coordinati dalla professoressa Maria Cristina Fossi, che da anni si dedicano alla ricerca scientifica, alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e al networking istituzionale per la tutela del Mediterraneo dai rifiuti plastici.
“Plastic Busters MPAs”, che coinvolge 15 partner tra cui Italia, Spagna, Francia, Grecia, Albania, Croazia e Slovenia, ha ottenuto un finanziamento di oltre 5 milioni di euro. La responsabilità scientifica è dell’Università di Siena ed è coordinato da ISPRA, l’Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale.
Si tratta del primo progetto su scala mediterranea, in cui i paesi dell’Unione Europea e alcuni paesi candidati all’adesione uniscono le forze per affrontare il problema dei rifiuti marini con un approccio coordinato. Il Mediterraneo è infatti una delle aree più colpite da rifiuti plastici nel mondo, come documentato su riviste scientifiche internazionali dai ricercatori coinvolti nel progetto. Anche all’interno delle aree protette, gli impatti sulla fauna marina, comprese le specie in via di estinzione, non sono completamente conosciuti e sono ancora insufficienti le misure di prevenzione e mitigazione.
“Plastic Busters MPAs” avrà il compito di diagnosticare gli impatti delle macro e microplastiche sulla biodiversità nelle aree marine protette, di definire e testare misure di sorveglianza, prevenzione e mitigazione dell’inquinamento marino da rifiuti plastici, di sviluppare un quadro comune di azioni, di politiche e di legislazione.
Fonte: Università di Siena
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