Secondo uno studio dell’Università di Pisa due terzi dei fiumi italiani sono a rischio erosione con arretramenti della costa sino a 10 metri l’anno.
Redazione
27 marzo 2025
PISA – In Toscana le foci dell’Arno e del Serchio sono soggette a un arretramento costante di 2-3 metri l’anno mentre il delta dell’Ombrone registra una delle situazioni più critiche, con tassi di erosione fino a 5-6 metri l’anno. Sono a rischio gli ecosistemi del Parco della Maremma e le attività economiche legate al turismo e all’agricoltura.
Due terzi dei principali fiumi italiani sono attualmente a rischio erosione con arretramenti della costa che arrivano sino a 10 metri l’anno. Il quadro emerge da uno studio condotto da Monica Bini e Marco Luppichini del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. La ricerca ha analizzato i cambiamenti delle coste sabbiose italiane negli ultimi 40 anni, dal 1984 al 2024, con particolare attenzione ai delta fluviali.
Utilizzando un software che analizza immagini satellitari, Bini e Luppicchini hanno ricostruito l’evoluzione della costa italiana. Il risultato è che il 66% dei 40 principali fiumi italiani è soggetto all’erosione costiera, percentuale che sale al 100% se si escludono le aree protette da difese artificiali.
“In particolare incidono la diminuzione delle precipitazioni e l’aumento degli eventi meteorologici estremi che alterano il ciclo idrologico e la capacità dei corsi d’acqua di trasportare sedimenti fino alla costa – spiega Marco Luppichini – e a questo si aggiungono l’innalzamento del livello del mare e l’incremento della temperatura delle acque superficiali del Mediterraneo che intensifica tempeste e mareggiate, accelerando il processo erosivo e riducendo la resilienza delle spiagge”.
Negli ultimi 15 anni sono stati adottati dei “ciottoli smart” in diverse località europee, a cominciare da Marina di Pisa, per contrastare l’erosione delle spiagge e programmare efficaci interventi di salvaguardia. L’innovativo sistema è stato messo a punto sempre dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa.
“E’ chiara l’urgenza di adottare strategie sostenibili per gestire le coste, mitigare gli effetti dell’erosione e proteggere le aree più fragili – conclude Luppichini –. Grazie al nostro studio abbiamo realizzato un database omogeneo per l’intero territorio nazionale così da aiutare una possibile pianificazione degli interventi a difesa delle zone più a rischio, come i delta fluviali”.
Aggiungi un commento