Ecosistema

Scoperta dai ricercatori della Specola una chiocciola ‘toscana doc’, vive solo sul Monte Calvi

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Un esemplare di Etruscotricha folcoi (foto Università di Firenze)

La nuova specie di gasteropode è molto diversa da tutte quelle che si conoscono in Italia. Ce ne sono pochi esemplari e senza azioni di tutela rischia l’estinzione.

 

Redazione
5 luglio 2023

Il Monte Calvi con la Rocca di San Silvestro
Il Monte Calvi con la Rocca di San Silvestro

LIVORNO – Una chiocciola finora sconosciuta che vive solo sul Monte Calvi, sul litorale livornese, è stata scoperta dagli specialisti del Museo di Zoologia La Specola, che fa parte del Sistema Museale dell’Università di Firenze. Una chiocciola toscana doc, dunque, molto diversa da tutte quelle che si conoscono in Italia, tanto che i ricercatori hanno creato un nuovo raggruppamento che la potesse distinguere da tutti gli altri generi conosciuti.

Il ritrovamento e la classificazione sono stati riportati in un articolo scritto da Simone Cianfanelli, Luis Checa e Marco Bodon – collaboratore esterno de La Specola – pubblicato sulla rivista Bollettino Malacologico.

Simone Cianfanelli, uno dei conservatori de La Specola, si trovava sul Monte Calvi, “un’isola fossile” la cui fauna è rimasta separata rispetto alle aree limitrofe e presenta analogie con quella dell’Arcipelago toscano e del blocco sardo-corso. Lo studioso era alla ricerca di un altro tipo di gasteropode e quando si è trovato di fronte alla Etruscotricha folcoi – questo il nome che i ricercatori hanno dato alla chiocciola – ha capito subito di aver compiuto un ritrovamento importante.

Ero alla ricerca di una specie rupicola – racconta – ossia molluschi che si trovano attaccati alle rocce, mentre questa chiocciola vive in un habitat completamente differente: gli spazi aperti nella macchia mediterranea, caratterizzata da vegetazione bassa, erbacea e sassi appoggiati sul suolo”.

Quanto al nome dato alla nuova chiocciola, Etruscotricha folcoi. i ricercatori l’hanno scelto perché richiama subito la sua provenienza: questa specie infatti si trova solo in un’area ristretta della Maremma, benché sembri possedere antiche parentele con le chiocciole della penisola iberica.

Adesso però questa nuova specie endemica va protetta se non si vuol correre il rischio di perderla per sempre. “A causa della rarità – si parla di poche centinaia di esemplari – e della limitata area in cui queste chiocciole vivono, la specie versa in uno stato di fragilità estrema che la collocherebbe in una nelle categorie a più alto rischio dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) – avverte Cianfanelli –. Per preservarla, dunque, si rendono necessarie azioni di tutela a livello regionale. Incendi e attività di cava, infatti, potrebbero rivelarsi letali”.

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