Il suo compito: tradurre i bisogni della società civile in veri progetti di ricerca con una ricaduta sociale.
di Sara Falsini
FIRENZE – Finalmente i cittadini hanno la possibilità di veder concretizzate le proprie richieste, necessità o curiosità in vere attività di ricerca svolte all’interno dell’Università. Come? Attraverso lo Sportello della Scienza e della Sostenibilità dell’Università di Firenze, un nuovo strumento che nasce da un progetto europeo: InSPIRES (inspiresproject.com).
Lo Sportello della Scienza, o Science Shop, è uno strumento per il Public Engagement che connette i cittadini intesi come associazioni, gruppi di studenti, associazioni no-profit, con l’Università. Il suo compito è quello di tradurre le richieste in progetti di ricerca che verranno portati avanti da studenti o dottorandi, sotto la guida di ricercatori all’interno delle Università.
Come spiega Giovanna Pacini, la project manager del Science Shop: “La particolarità dello Sportello è che questi progetti vengono sviluppati da studenti che hanno un ruolo attivo, accanto a quello delle associazioni proponenti e dei ricercatori, e si occupano in prima persona di sviluppare la ricerca. In questo modo hanno l’opportunità di lavorare su progetti che hanno una ricaduta vera e propria sul territorio. Alla fine viene organizzato un evento di disseminazione per mezzo del quale l’output della ricerca viene restituita ai cittadini.”
La sfida non è solo quella di aprire un Science Shop ma di stimolare una reale partecipazione dei cittadini alla ricerca, integrando i concetti della citizen science che stanno avendo molta rilevanza sia a livello europeo che mondiale. Tutto questo riguarda anche l’open science in cui tutto ciò che viene sviluppato durante l’attività di ricerca deve essere aperto e disponibile per generare un circolo virtuoso in cui l’interazione è continua e permette di mettere in pratica i principi di ricerca e innovazione responsabile.
Le attività dello Sportello fiorentino trattano spesso temi legati alla sostenibilità, orientamento coerente con il fatto che Franco Bagnoli, responsabile scientifico del progetto, è anche il delegato del Rettore alle politiche della sostenibilità dell’Università. In questo modo, insieme alla project manager Giovanna Pacini, le attività del Science Shop si sono allargate tenendo conto anche dell’esigenza dei cittadini di saperne di più sugli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 che prendono in considerazione le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale ed ecologica. E’ nato così lo Sportello della Scienza e della Sostenibilità che fa parte del Green Office dell’Università di Firenze (sportellodellascienza.complexworld.net).
Tra i vari progetti sviluppati citiamo quello degli Orti Urbani messo in pratica nel Comune di Prato, dove solitamente piccoli terreni vengono dati in comodato d’uso ad anziani. Ci si è occupati non solo di studiare i consumi di acqua – temi di sostenibilità ambientale in senso stretto – ma anche di indagare sui benefici al benessere psicologico delle persone che curavano l’orto (sportellodellascienza.complexworld.net/progetti/orti-urbani).
Un altro progetto, “Depressione e Dottorato”, ha avuto come oggetto la salute mentale dei dottorandi. Questionari a risposta multipla e interviste a risposte aperte sono state somministrati agli studenti di dottorato per capire se questa categoria è maggiormente soggetta a stress. Sembra infatti che questi studenti siano più depressi dei ragazzi della loro età (sportellodellascienza.complexworld.net/progetti/orti-urbani).
In un altro caso, usando le piattaforme online, sono stati organizzati dei laboratori per gli studenti delle scuole superiori insieme al Laboratorio Didattico Ambientale della Città Metropolitana di Firenze.
E infine c’è il libro “Rifiuti? Istruzioni per un futuro sostenibile” nato dall’esigenza di avere una documentazione scritta in forma semplice e divulgativa che spieghi che cosa sono i rifiuti e le leggi che ne regolano il differenziamento, con particolare riferimento alle bioplastiche di cui si è occupata Federica Ruggero (PhD student). Nel libro potrete trovare anche le interviste ad alcune realtà locali.
L’invito dunque è quello di usare lo Sportello della Scienza e della Sostenibilità per esprimere le vostre richieste, i vostri bisogni e i vostri interessi. Da questo può nascere un bel progetto di ricerca che può contribuire alla soluzione di problemi o soddisfare semplicemente la vostra curiosità.
Sara Falsini ha conseguito la laurea in Biologia (2010) e un dottorato di ricerca in Scienze Biomediche (2014) presso l’Università degli Studi di Firenze. L’esperienza acquisita durante la sua tesi di dottorato riguarda (1) biologia cellulare e molecolare, (2) preparazione e caratterizzazione di vettori a base lipidica per il rilascio di molecole bioattive. Le sue capacità personali si estendono quindi dalla manipolazione delle colture cellulari ai metodi fisico-chimici per lo studio dei nanosistemi.
Negli ultimi anni si è avvicinata al campo della sostenibilità e ha preso parte a un progetto H2020, MEDEAS. È stata coinvolta anche in un progetto finanziato dalla Regione Toscana (ECOMAPS), dove ha coordinato un blog per informare le persone sui rifiuti e sull’economia circolare. Attualmente ha una borsa di ricerca all’interno del Green Office dell’Università di Firenze.
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