Inquinamento

Schiume e cattivi odori: in pochi giorni 4 interventi di Arpat sui fiumi toscani

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Schiume nel Bisenzio a Cantagallo (foto ARPAT)

Dal fiume Staggia a Poggibonsi al torrente Resco di Reggello, dal Bisenzio a Cantagallo al rio Vitiana di Empoli. Storie di ordinario degrado.

 

di Gabriella Congedo

Schiume, cattivi odori, morie di pesci. Non se la passano bene i fiumi toscani, e come se non bastassero i soliti problemi di inquinamento – più gravi nei distretti industriali come il Pratese e il Pistoiese (aziende tessili e vivai) – ci si mettono anche gli imprevisti o supposti tali, dalle rotture di fognature agli scarichi illegali.
Ed è per emergenze come queste in soli 10 giorni, tra il 28 marzo e l’8 aprile, i tecnici di Arpat, l’Agenzia regionale di Protezione ambientale, sono dovuti intervenire ben 4 volte. A sollecitare i sopralluoghi sempre le segnalazioni dei cittadini, allarmati dalla comparsa improvvisa di schiume e cattivi odori.

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Schiume nel fiume Staggia a Poggibonsi

Ma andiamo per ordine. Il 28 marzo sopralluogo per la presenza di schiume nel fiume Staggia a Poggibonsi. Era già successo alla fine di gennaio e in quel caso le analisi non avevano evidenziato nessuna anomalia. Ora si cercherà di vederci più chiaro sulle cause. Potrebbe trattarsi di scarichi abusivi, spiega Arpat, ma anche di un fenomeno naturale legato a pollini e fioriture di alghe.

Schiume anche sul torrente Resco a Reggello con intervento degli operatori Arpat il 31 marzo. Sulla causa stavolta pochi dubbi: quasi certamente un guasto a un impianto di pompaggio delle fogne che ha riversato i liquami nel fiume. Già nel novembre 2020 un altro sversamento dalla medesima fogna aveva interessato il torrente Resco e, come spiega Arpat, “senza che il gestore ne fosse a conoscenza”. L’agenzia aveva segnalato alla Regione e a Publiacqua i problemi di questo tratto fognario ma a quanto sembra niente ancora è stato fatto per porvi rimedio.

Il 1° aprile è la volta del Bisenzio con un intervento in emergenza a Ponte di Colle nel Comune di Cantagallo (Prato). Di nuovo schiume provocate dalla rottura di una fognatura di Publiacqua, da cui lo sversamento di liquami nel fiume. Era già successo qualche giorno prima e la riparazione provvisoria eseguita subito da Publiacqua evidentemente non ha retto. Le schiume, secondo Arpat, sono dovute alla probabile presenza di tensioattivi anionici, che sono emulsionanti usati nel settore conciario.

Ultimo sopralluogo (per ora) l’8 aprile per la segnalazione di schiume e cattivi odori nel rio Vitiana di Empoli. “L’acqua che proveniva dal rio Vitiana e scaricava in Arno formava schiume di colore bianco – informa Arpat – mentre l’acqua del tratto lungo via Valdarno era visibilmente torbida ed emanava un odore caratteristico dolciastro e pungente di sostanza organica”.
L’ispezione termina in uno stabilimento industriale, la Lapi Gelatine. Ed è qui l’origine del problema, le analisi non lasciano dubbi: irregolarità nel sistema di raccolta e depurazione delle acque reflue che vengono scaricate nel torrente, con la presenza di azoto e ammoniaca parecchio oltre i limiti.

Lapi Gelatine tra l’altro ha presentato un progetto di ampliamento produttivo – in attesa di approvazione da parte della Regione – che prevede anche l’adeguamento dell’impianto di depurazione. Speriamo. I fiumi toscani non sono pattumiere e non possono più sopportare questi oltraggi.

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