A giugno alcuni sconosciuti avevano rovesciato due fusti nel torrente. Ora i risultati delle analisi sull’acqua e sui pesci morti confermano che si è trattato di uno sversamento occasionale.
MONTALE (PT) – Il 26 giugno alcuni cittadini avevano segnalato (anche sui social media) come due sconosciuti arrivati con un furgone avessero rovesciato nel torrente Agna a Montale due fusti di sostanze sconosciute. Risultato: la comparsa di una schiuma biancastra e un’ingente moria di pesci. Avvisati dalla Protezione civile, i tecnici del dipartimento ARPAT di Pistoia avevano effettuato un sopralluogo. Nella zona era stata immediatamente vietata la balneazione e qualunque utilizzo dell’acqua del torrente, che in condizioni normali è classificata come potabile.
Questo l’antefatto. Adesso, con i risultati delle analisi ecotossicologiche sui pesci morti e i successivi approfondimenti, gli accertamenti si sono conclusi.
L’analisi chimica del campione di acqua prelevato durante il sopralluogo aveva rilevato una presenza anomala di tensioattivi, sostanze gravemente inquinanti, pari a 5,0 mg al litro. Tutto lasciava presumere che si trattasse di uno sversamento occasionale e circoscritto nella zona della moria.
La concentrazione di tensioattivi con l’abbassamento del livello di ossigenazione dell’acqua sono state ritenute la causa più probabile della moria di pesci e della formazione di schiuma nel torrente. Un nesso che ha trovato conferma anche nelle analisi ecotossicologiche alle quali è stato sottoposto il campione d’acqua.
Dall’altro lato le analisi sui pesci morti – cavedani, ghiozzi, barbi e pesci rossi – hanno escluso che la moria sia avvenuta per contagio batterico. Si è trattato dunque, come era abbastanza chiaro fin dall’inizio, di un abbandono occasionale di inquinanti, tanto più che nella zona non ci sono impianti che possano dare luogo a questo tipo di scarichi. In poche parole, un atto deliberato e criminale.
Adesso l’emergenza è finita e l’acqua del torrente si può nuovamente bere. Nella speranza che di episodi come questo non si senta più parlare.
Fonte: ARPAT
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