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Sant’Anna di Pisa: i cambiamenti climatici causano perdite alle banche

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Un articolo pubblicato su Nature Climate Change dimostra come gli eventi climatici estremi possano innescare un circolo vizioso dell’economia.

 

PISA – I cambiamenti climatici e più in generale i disastri ambientali non fanno bene proprio a nessuno, neanche alla banche e al sistema finanziario. Per effetto dei cambiamenti climatici i fallimenti delle banche diventeranno in futuro sempre più frequenti, mentre la finanza pubblica dovrà sostenere costi sempre più elevati per salvare le banche insolventi, con un’esplosione del debito pubblico. E’ quanto emerge da un articolo pubblicato su Nature Climate Change,  frutto della collaborazione di un team internazionale di ricercatori e di alcuni studiosi della Scuola Superiore Sant’Anna come Francesco Lamperti e Andrea Roventini.

Le crisi finanziarie hanno ripercussioni sull’economia, perché causano una riduzione della produzione e dei consumi, ma anche sulla finanza pubblica, per l’aumento dei costi necessari alla ristrutturazione del sistema finanziario da parte dei governi. Il cambiamento climatico e gli eventi estremi ad esso associati, come alluvioni, frane, innalzamento del livello del mare e tempeste, possono per esempio aumentare le infrastrutture a rischio e ripercuotersi negativamente sulle compagnie assicurative per effetto dell’innalzamento dei premi.

Inoltre temperature più elevate riducono la produttività dei lavoratori e la profittabilità delle imprese. Il deteriorarsi delle condizioni di bilancio di queste ultime – colpite dagli impatti del clima – porterebbe ad accumulare insolvenze che finirebbero col minare la stabilità delle banche. Gli effetti potrebbero riverberarsi su scala globale, proprio come quelli sperimentati nel corso della crisi finanziaria del 2008, costringendo i Governi a intervenire.

I risultati dello studio evidenziano come il clima potrebbe avere conseguenze anche su un settore apparentemente meno esposto come quello della finanza. Per effetto dei cambiamenti climatici l’instabilità del sistema bancario potrebbe aumentare considerevolmente e questa instabilità, a sua volta, amplificherebbe gli impatti che i cambiamenti climatici hanno sulla crescita economica. Lo studio per la prima volta prova a quantificare tale effetto: i fallimenti delle banche in futuro sarebbero, a causa dei cambiamenti climatici, più frequenti (da +26% fino a +248%); salvare le banche insolventi comporterebbe un costo per i governi pari a circa il 5% – 15% del PIL all’anno portando a un’esplosione del debito pubblico, che potrebbe arrivare a raddoppiare nel 2100.

Fonte: Scuola Superiore Sant’Anna

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