Agricoltura

Salvate dall’estizione 24 antiche varietà di alberi da frutto del Casentino

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Immagine di repertorio

Un progetto di recupero finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale. Le cultivar salvate sono due ciliegi, quattordici meli, sette peri e un pesco.

 

Redazione
19 febbraio 2025

AREZZO – Ventiquattro antiche varietà di alberi da frutto, dal Ciliegio Corniola al Pero Cova, dal Melo Regina al Melo Bianca, sono state salvate dall’estinzione e rimarranno sulle tavole e sui banchi dei mercati mantenendo più ricca l’agrobiodiversità toscana.
È stato possibile grazie a un progetto di recupero finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale tramite Terre Regionali Toscane e realizzato dall’Unione dei Comuni montani del Casentino e dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Le cultivar salvate sono due ciliegi, quattordici meli, sette peri e un pesco.

Oggi più che mai la tutela delle risorse genetiche locali si lega indissolubilmente ai temi della sostenibilità ambientale, dei cambiamenti climatici, dell’economia circolare, della tutela del suolo, dell’acqua e della biodiversità naturale e selvatica. – ha detto la vicepresidente e assessora all’Agricoltura Stefania SaccardiAnche per questo la Regione sta dando il supporto necessario affinché l’impegno degli agricoltori custodi come quello delle banche del germoplasma sia conservato per la vitalità della nostra agricoltura e per le generazioni future”.

La maggior parte di queste varietà locali sono già iscritte al Registro nazionale per la commercializzazione del materiale di moltiplicazione delle specie frutticole e dal 13 febbraio anche nel repertorio regionale delle varietà locali a rischio di estinzione della Toscana (Legge Regionale 64/2004) che permette il sostegno ai Coltivatori Custodi e alla Banca del germoplasma tenuta dall’Unione dei Comuni del Casentino presso il vivaio di Cerreta in Camaldoli di Poppi (AR).

L’ambito di recupero, conservazione e coltivazione delle diverse varietà locali riguarda il territorio del Casentino e in particolare i Comuni di Bibbiena, Capolona, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della Verna, Montemignaio, Ortignano Raggiolo, Poppi, Pratovecchio Stia, Subbiano e Talla.

Le 24 cultivar salvate

Ciliegio Corniola di Partina; Ciliegio Corniola di Quota; Melo Badia alle Pratole; Melo Renetton; Melo Rigata; Melo Biancuccia; Melo Bianca; Melo Agretta; Melo Renettaruggina; Melo Regina; Melo Deliziosa di Montagna; Melo Cipolla; Melo Chitignano; Melo Ruggina estiva; Melo Cacona; Melo Calvè di montagna; Pero Bottiglia; Pero Campanella; Pero Cova; Pero Marammo; Pero Pappona; Pero Spadona; Pero Verdona; Pesco Vinoso.

Chi sono i Coltivatori custodi

Si definisce Coltivatore custode chi provvede alla conservazione “in situ” delle risorse genetiche a rischio di estinzione iscritte nei Repertori regionali della Regione Toscana.
Il Coltivatore custode:
– provvede alla messa in sicurezza della singola risorsa genetica proteggendola e salvaguardandola da qualsiasi forma di contaminazione, alterazione o distruzione;
– diffonde la conoscenza e la coltivazione delle risorse genetiche di cui è custode, attenendosi ai principi della Legge Regionale 64/04;
– si occupa del rinnovo dei semi delle specie erbacee conservati nella Banca regionale del germoplasma.
L’incarico di Coltivatore custode è assegnato in seguito all’iscrizione in un elenco tenuto da Terre Regionali Toscane e all’incarico affidato dallo stesso ente con la sottoscrizione di un’apposita convenzione.

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