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Salvataggio mufloni del Giglio: continuano i trasferimenti nelle oasi protette

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L’ultimo esemplare portato al Cras di Città di Castello. Sale a sedici il numero dei mufloni portati in salvo dall’associazione Irriducibili Liberazione Animale.

 

di Gabriella Congedo

Arca centro recuperoISOLA DEL GIGLIO (Gr) – Dopo diverse ore di viaggio il muflone, un bel maschio adulto, è leggermente stordito ma gli basta poco per riprendersi e appena liberato con uno scatto velocissimo sparisce nel bosco.
L’11 maggio un altro muflone è stato trasferito dall’isola del Giglio in un’oasi protetta grazie all’accordo di collaborazione fra l’associazione Irriducibili Liberazione Animale e il Parco nazionale Arcipelago Toscano. A occuparsi del trasporto sono stati i Carabinieri di Follonica. Questa volta la nuova casa è il CRAS a Città di Castello (Pg), dove l’esemplare vivrà in pace seguito da personale qualificato.
Con quest’ultimo trasferimento sale a sedici il numero dei mufloni portati in salvo dall’associazione, che lo scorso dicembre ha rinnovato l’accordo di collaborazione con il Parco.

Ma ripercorriamo la storia. Il caso dei mufloni del Giglio è saltato agli onori delle cronache quando, alcuni mesi fa, il progetto LetsGoGiglio finanziato dall’Unione Europea ha dato il via alla loro eradicazione definitiva. In realtà si sapeva da tempo che questi ungulati arrivati da lontano erano destinati a scomparire dall’arcipelago toscano. Già nel 2018 l’associazione Irriducibili Liberazione Animale aveva sottoscritto un patto con l’ente Parco per portarne in salvo un certo numero sia dall’isola d’Elba che dal Giglio: tredici esemplari in tutto. E non solo. Per poter organizzare i salvataggi ha dovuto essere autorizzata dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) perché la fauna selvatica è patrimonio dello Stato e solo un ente governativo può consentire catture e trasferimenti.

Una volta raggiunta la quota prefissata di tredici mufloni, a fine 2021 l’accordo è stato rinnovato e questa volta senza limiti di numero. Finora ne sono stati salvati sedici ma il ritmo delle catture sull’isola del Giglio procede spedito e non è difficile prevedere altri trasferimenti.

Se delle catture si occupa il Parco le spese di mantenimento degli animali nelle oasi protette sono a carico dell’associazione: “Mantenere degli animali in cattività ha dei costi notevoli – spiega il presidente di Irriducibili Liberazione Animale Alessandro Torlai– Oltre al mangime c’è la manutenzione dell’area e dei recinti, gli esemplari devono essere controllati e se tendono a formare gruppi misti di maschi e femmine bisogna sterilizzarli”. Questo è un vincolo preciso dato da Ispra per ottenere l’autorizzazione: i mufloni non si devono riprodurre. “Nelle oasi questi animali sono al sicuro, qui avranno una nuova vita e nessuno li ucciderà”.

Chi vuole contribuire a mantenerli può donare 1 € al mese iscrivendosi  qui: www.teaming.net/aiutaimufloni
Per info contattare l’associazione: irriducibililiberazioneanimale@gmail.com

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