In uno dei siti più inquinati d’Italia (e dove le bonifiche non fanno un passo avanti neanche a pagarle oro) il Pd regionale pensa a nuovi impianti.
di Giuseppe Mascambruno
STAGNO – COLLESALVETTI (Li) – Salute, ambiente, lavoro. Prima ancora della tutela costituzionale, c’è la vita di ogni essere umano in queste tre parole. E c’è anche la sintesi di tante vicende che s’incrociano nei nostri territori, quelli costieri della Toscana, all’ombra di una politica o, per meglio dire, di politici-politicanti che non sembrano proprio all’altezza della sfida. Tutti presi come sono da ambizioni personali di carrierismo sempre meglio retribuito.
Un pezzetto che <Il Tirreno> ha pubblicato qualche giorno fa racconta di uno dei rari esempi di dissenso, in questo caso del segretario provinciale del Pd pisano Oreste Sabatino, che si registrano in quel disegno caro al Pd regionale di poca lotta-molta combutta e di governo. Più che mai confermato fiorentinocentrico dall’avvento di Giani alla presidenza del governo regionale e tuttora ostaggio delle lotte e pratiche di potere care al lobbismo di stampo renziano.
L’idea è chiara da tempo nella testa di questi esecutori politici: la costa è compromessa dalla presenza e dai resti di una storia industriale a forte impatto ambientale-sanitario, tanto che non a caso Massa, Livorno-Collesalvetti, Piombino e Orbetello coincidono con i quattro SIN (Siti di Interesse Nazionale). Chiamati così proprio per segnalare luoghi bisognosi di bonifiche.
Ma siccome le bonifiche non fanno un passo in avanti neanche a pagarle oro, figuriamoci a non pagarle (finanziarle) per niente come accade nella realtà: allora cosa può esserci di meglio di queste, a loro giudizio, semipattumiere già ben avviate per diventare pattumiere a pieno titolo al servizio di città, Firenze per prima, che bidona il problema da decenni con la storia dell’impianto abortito di <Case Passerini>?
Il tema è entrato a pieno titolo anche nell’incontro promosso venerdì 8 aprile dalla <Sinistra per Collesalvetti> al Centro Civico di Stagno che ho avuto il privilegio di moderare. Privilegio sì. Perché è stata l’occasione di ascoltare dal vivo voci che da anni tentano invano di farsi ascoltare dai politici locali, tutti presi dalle convenienze personali di appartenenza al potere dominante.
Voci importanti e qualificate. A cominciare da quella del dottor Fabrizio Bianchi, epidemiologo di chiara fama e lunga esperienza (<tutta pubblica>, come ha tenuto orgogliosamente a chiarire) nei luoghi più inquinati e inquinanti d’Italia, autore insieme ad altri scienziati della ricerca <Sentieri>. Lo studio, finanziato con soldi del ministero della Salute e condiviso con le eccellenze universitarie di Pisa che, sia pure a pezzi e bocconi e tra mille ostilità occulte e palesi, cerca di fotografare i rischi sanitari di chi vive in una SIN.
Bianchi ha tenuto a precisare di essere presente <a titolo personale>, ma non ha potuto fare a meno di condividere con tutti le preoccupazioni di una situazione che la narrazione dominante inchioda sull’inaccettabile ricatto tra due diritti che non possono essere proposti in conflitto: salute e lavoro.
All’incontro, animato da Luca Chiappe e Valerio Cignoni, hanno partecipato, tra i molti altri presenti, anche Andrea Crespolini, assessore all’Ambiente del Comune di Collesalvetti e il segretario provinciale della Cgil, Fabrizio Zannotti. Nessuna presenza politica da Livorno, tanto meno del Pd che farebbe bene a prendere appunti almeno da Oreste Sabatino, né parlamentare, ne’ di consiglieri regionali o amministratori comunali.
Un pessimo segnale che conferma le preoccupazioni di chi ancora teme ipotesi non del tutto tramontate sul futuro della raffineria Eni in chiave smaltimento-rifiuti. E che pretende, giustamente, chiarezza da chi governa la Regione, in quell’esercizio da sempre fastidioso a chi comanda, che chiamano Democrazia.
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