“Quello che fa rabbrividire è ciò che devono aspettarsi, in termini di emissioni, Livorno e Collesalvetti da questo gigantesco impianto velenoso”.
di Marcello Bartoli
LIVORNO – Un progetto ‘da fuori di testa’. Rossano Ercolini ha disintegrato il progetto del mega-inceneritore ENI a Stagno caldeggiato dalla Regione durante l’incontro pubblico del 7 novembre organizzato da Zero Waste.
La cosiddetta ‘bioraffineria’ di ENI, destinata a produrre bioetanolo, è uno dei pilastri della nuova strategia regionale sui rifiuti urbani: un impianto unico in Italia – che dovrebbe sostituire quello di Case Passerini – al quale dovranno essere inviati i rifiuti delle province di Firenze, Prato e Pistoia dopo essere stati trattati.
Ma qui, in una delle zone più inquinate d’Italia inserita ufficialmente nell’elenco dei SIN (Siti di interesse nazionale da bonificare), quest’impianto non lo vuole nessuno.
“Per le plastiche eterogenee non riciclabili ci sono già oggi possibilità di riutilizzo con procedimenti di estrusione e stampaggio in grado di creare nuovi prodotti senza combustioni ed emissioni – ha detto Ercolini – quindi non è affatto necessario bruciarle per produrre un po’ di metanolo da miscelare ai carburanti fossili. Ma quello che fa rabbrividire è ciò che devono aspettarsi, in termini di emissioni, Livorno e Collesalvetti da questo gigantesco impianto velenoso”. E qui lo scenario prospettato da Ercolini è davvero inquietante: “Nella migliore delle ipotesi, a fronte delle iniziali 200 mila tonnellate annue di rifiuti (che potranno arrivare a 400 mila) che arriverebbero a Stagno da ogni dove, l’impianto emetterebbe: 150 mila tonnellate annue di Co2; 195 mila tonnellate annue di acque reflue; 30 mila tonnellate annue di scorie solide, per un totale 375 mila tonnellate l’anno: un mare di veleno“.
Il progetto della bioraffineria Eni, sostiene Ercolini, nulla ha da spartire né con l’economia circolare né con la sostenibilità ambientale, come pretenderebbe la Regione. “Per ENI sarebbe solo un grandissimo business a spese dei cittadini – ha concluso il presidente di Zero Waste – i quali attraverso la bolletta Tari dovrebbero pagare questa multinazionale per ogni tonnellata portata a smaltire nel suo impianto, che in termini di posti di lavoro offrirebbe oltretutto un ritorno incredibilmente inferiore rispetto a quello garantito dai settori del riciclo di materiali, riutilizzo e riparazione”.
Rossano Ercolini si è detto disponibile a un confronto con ENI mediato dalla stampa locale. L’invito ha tutto il sapore di una sfida. Vedremo se verrà raccolto.
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