Non si può definire astratta la strategia Zero Waste considerati i risultati eccellenti sui territori regionali e la normativa Ue sull’economia circolare.
di Rossano Ercolini, presidente Zero Waste Italy
31 luglio 2023
Apprendiamo di un emendamento avanzato dai consiglieri regionali toscani della Lega (Marco Landi, Massimiliano Baldini e Elena Meini) alla proposta di deliberazione 301 riguardante il nuovo Piano regionale Rifiuti (enfatizzato sull’economia circolare). In esso si mette in guardia, senza fare cenno ad alcun argomento e dato di merito, nei confronti della strategia Zero Waste o Rifiuti Zero ritenuta a prescindere astratta.
Si taccia, inoltre, di approccio ideologico l’eventuale esclusione dal Piano in approvazione della “termovalorizzazione” (termine che non esiste nella normativa né europea né italiana). Zero Waste Italy, sia ben chiaro, ritiene legittima ogni posizione ed esclude a proprio carico atteggiamenti settari nei confronti dei differenti schieramenti politici. Tanto più quando non pochi Comuni amministrati dal centro destra e dalla stessa Lega (vedi in Veneto) fanno parte della rete delle città Rifiuti Zero.
Tuttavia, ci sorprende un’aggressività verbale e un “apriorismo” disinvolto e così assertivo nei confronti di un progetto in corso di attivazione in 45 Comuni della Toscana (per circa 800.000 abitanti) che può esibire ottimi risultati con livelli eccellenti di raccolta differenziata che spesso superano l’80% trascinando gli altri Comuni toscani.
Comprendiamo le necessità di competizione politico elettorale dei consiglieri firmatari ma su argomenti che impegnano le future generazioni come quelli in questione nessuno può sottrarsi dal fondare le legittime convinzioni su dati scientifici e statistici misurabili e quindi al netto dello sterile “battibecco politicante”.
Se vengono meno riferimenti fattuali a opinioni affermate con piglio dogmatico e liquidatorio la comunicazione politica viene trasformata in propaganda e diviene faziosa. Noi rispettiamo il ruolo dei partiti ma quando questo rischia di diventare lesivo di una utile e plurale “ricerca di verità” e di importanti settori della società civile e addirittura di ambiti istituzionali locali (federalismo?) come quelli rappresentati dai 45 Comuni Rifiuti Zero toscani, ci preoccupiamo.
Rischiamo di trovarci di fronte a una qualità scadente di tale ruolo (ci si lamenta perché la gente non va più a votare?) volto più a un vuoto marketing elettorale anziché a qualificare un atto legislativo di primaria importanza per la nostra bellissima regione e per l’immediato futuro. Non è la prima volta che arrivano questi attacchi faziosi, in verità provenienti anche da altri versanti. Peccato che queste invettive anziché riconoscere e indicare a modello quelle realtà che guidano i risultati delle buone pratiche in Toscana (vedi dati Agenzia Regionale Recupero Risorse).
Nella provincia di Lucca, proprio dove sono stati chiusi tre inceneritori, l’ultimo dato disponibile certificato da ISPRA parla di una raccolta differenziata al 76,91% ma si ignora il ruolo censurando fatti e dati numerici indiscutibili.
Al contrario la posizione di questi consiglieri ci appare in rotta di collisione non solo con l’Agenda 2030 dell’Onu da cui deriva l’istituzione della Giornata internazionale Rifiuti Zero per il 30 marzo ma soprattutto con l’economia circolare normata in sede Ue che, senza se e senza ma, pone al centro il recupero di materia, e che attraverso il Do not significant harm principle include tutti i trattamenti termici dei rifiuti (sia urbani che speciali non pericolosi) quali ostacoli nel passaggio da un’economia lineare a una circolare.
Dire, come fanno i consiglieri firmatari dell’emendamento, che l’economia circolare va bene ma che le aziende non devono mettersi in gioco investendo nelle riconversioni (da supportare dagli enti pubblici) significa negare sia gli impatti insostenibili (anche economicamente) per ambiente, salute dei cittadini e dei territori toscani, sia di molti cicli produttivi.
Inoltre si rischia di smentire che vi sia un’impellenza di passare da un’economia lineare (estrai, usa, getta) a un’economia circolare che può arrecare anche vantaggi economici e occupazionali e non solo ecologici. L’eventualità di perseguire un “negazionismo” del genere è irresponsabile. Naturalmente siamo disponibili a un confronto serrato e pubblico con gli estensori di tale emendamento nel pieno rispetto delle diverse posizioni.
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