A Montelupo Fiorentino lungo il fiume c’è da anni una delle colonie più stabili della Toscana ma l’edera infestante impediva l’accesso ai nidi.
di Iacopo Ricci
15 marzo 2023
MONTELUPO FIORENTINO (Fi) – I nidi di rondine riparia lungo il torrente Pesa nel centro di Montelupo sono salvi, liberati dall’edera infestante che ne impediva l’accesso. E che stava mettendo a rischio la colonia che qui mette su casa ogni primavera.
Il torrente Pesa accoglie una delle colonie più stabili di Riparia riparia della Toscana nel suo tratto finale che attraversa il centro di Montelupo Fiorentino. Il ritorno di questa piccola rondine è atteso a giorni. Arrivano a Montelupo dopo aver svernato in Africa orientale e meridionale, tra Sahel e Mozambico, nella fascia immediatamente a sud del Sahara. Dopo un lungo incredibile viaggio tornano sulla Pesa, che conserva una colonia numerosa, per riprodursi.
Una scoperta risalente ormai a molti anni fa e valorizzata grazie a un vero e proprio “progetto rondini” con relativa campagna di sperimentazioni e cartellonistica a cura del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno con il patrocinio del Comune.
Da un paio d’anni però è sorto un problema, segnalato dalla LIPU: quello dell’edera che, scendendo, lungo il muro di sponda, va a ricoprire i fori di accesso ai nidi, che sono poi i classici fori di drenaggio. Con il rischio che le rondini rinuncino a nidificare qui e se ne vadano altrove.
Si è deciso così in accordo con il Comune per un intervento di potatura mirata: l’edera non è stata eliminata tutta, spiega il Consorzio di Bonifica, ma sfoltita tagliandola solo in corrispondenza dei nidi. Il tutto nel giro di pochissimi giorni per fare in modo che le Rondini riparie, che solitamente tornano sulla Pesa nel mese di marzo, ritrovino gli accessi ai loro nidi liberi da impedimenti e pronti ad accoglierle di nuovo.
Sono interventi che tengono anche conto che la popolazione di Topino o Rondine riparia (Riparia riparia) ha subito una forte diminuzione a livello regionale così come anche sull’intero territorio nazionale per cause non ancora del tutto chiare e in corso di indagine ma che potrebbero mettere a repentaglio la sopravvivenza di questa specie protetta.
Dopo che l’uomo a cementificato il fiume le rondini fanno i nidi nei tubi di drenaggio. BRAVO il Consorzio di Bonifica a liberare i tubi dall’edera diabolica che impediva loro l’ingresso. Certo e’ giusto che i consorzi di bonifica fanno qualche volta un po’ di greenwashing davanti alle proteste dei cittadini per la devastazione della vegetazione ripariale. O quando mai questi carrozzoni giurassici si renderanno conto del danno che fanno con le loro ruspe e scavatrici?