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Rogo Monte Serra, Coldiretti: 15 anni per il recupero ambientale

Foto Città Metropolitana di Firenze
Foto Città Metropolitana di Firenze
Distrutti 1000 ettari di bosco, piante secolari e diecimila ulivi. Almeno 5 anni per tornare a produrre, danni saliti a 6 milioni di euro.

 

CALCI (Pi) – Cresce di ora in ora la stima dei danni del terribile incendio sul Monte Serra. Si parla già di 1000 ettari bruciati ma sono ancora attivi, ha dichiarato stamattina il presidente della Regione Enrico Rossi, due fronti di fuoco in direzione di Vicopisano e Buti.
Quando tutto sarà finito ci vorranno almeno 15 anni per rivedere i boschi andati a fuoco, con danni enormi all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. È quanto emerge da una stima di Coldiretti diffusa oggi. “Ai costi per gli interventi di emergenza – spiega l’associazione – si aggiungono quelli per la ricostituzione del patrimonio boschivo, ma il fuoco ha pesanti effetti anche dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità, con animali morti, piante secolari distrutte e distruzione di ampie aree di bosco”.

È diventata virale l’immagine dell’apicoltore di Calci che ha combattuto tutta la notte da solo per salvare vent’anni di lavoro e 1milione e mezzo di api.
Nelle foreste andate a fuoco non sarà più possibile per anni svolgere le attività tradizionali del bosco come la raccolta della legna, delle castagne e dei funghi. “Le fiamme hanno risparmiato la Certosa di Calci – continua la Coldiretti – ma non hanno avuto pietà delle 10.000 piante di ulivo anche secolari che sono state distrutte dall’incendio”. Una catastrofe da oltre sei milioni di euro solo per l’agricoltura, con gli ulivi che dovranno essere ripiantati e non daranno olio prima che siano passati almeno cinque anni. Ai costi per il ripristino di oliveti e vigneti vanno poi aggiunti i danni della mancata produzione per diversi anni.
“Bisognerà quindi tener conto della sopravvivenza delle aziende di quei territori che vivono di agricoltura – conclude Coldiretti – per avviare la fase di rinascita di un territorio così profondamente ferito”.

Fonte: Coldiretti Toscana

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